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Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica- Pisa

Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica- Pisa

Dal 24 al 26 maggio 2024 a Pisa, ARTES 4.0 ha presentato attività e servizi per il Trasferimento Tecnologico insieme alle Università pisane nel contesto del Festival Internazionale della Robotica, affrontando un tema le cui opportunità non sono ancora del tutto valorizzate dalle comunità.

L’obiettivo

ARTES 4.0 vuole favorire l'innovazione guidata dalla scienza: quella cioè che usa la conoscenza prodotta dalle università per guidare la realizzazione di soluzioni innovative ad alta tecnologia che rispondono alle esigenze competitive delle imprese. Il Centro di Competenza favorisce il trasferimento tecnologico fungendo da ponte tra il mondo accademico e l’industria, formando il mondo del lavoro e collegando le PMI alle grandi imprese al fine di aumentare la loro competitività attraverso il suo network (141 Soci tra Università con Dipartimenti di Eccellenza, imprese, associazioni e fondazioni, e 11 progetti attivi a livello nazionale e internazionale con il compito di erogare servizi innovativi al tessuto imprenditoriale in gran parte con finanziamenti pubblici).

Focus sul trasferimento Tecnologico

Il focus sul Trasferimento Tecnologico nel contesto del Festival Internazionale della Robotica, meta da sempre del mondo delle startup e delle spinoff della città universitaria per eccellenza, Pisa, ha avuto l’obiettivo di mettere a sistema azioni e strategie a favore
della valorizzazione della ricerca e del successivo sviluppo produttivo e innovativo delle aziende a forte contenuto di conoscenza.

In particolare ARTES 4.0 ha organizzato una Tavola Rotonda sul tema del Trasferimento Tecnologico a cui ha preso parte e che ha moderato Enza Spadoni, responsabile dell’Area Trasferimento Tecnologico del Centro di Competenza, insieme ai referenti delle Istituzioni coinvolte: Riccardo Apreda, Technology and Innovation Leader di ErreQuadro srl; Lucia Arcarisi, CEO & Co-Founder Weabios; Damiano Bolognesi, Presidente Incubatore Pont-Tech, CEO AIM Consulting e Piccolo Teatro Digitale; Gastone Ciuti, Professore di Bioingegneria e Vicedirettore Istituto di BioRobotica, Scuola Superiore Sant’Anna, Coordinatore di Nodo ARTES 4.0, Scientific Advisor Mediate srl; Daniele Mazzei, Professore Associato Università di Pisa, Chief Product Officer Zerynth srl; Annarosa Mezzasalma, Responsabile Ufficio Valorizzazione Ricerca, Area Terza Missione, Scuola Superiore Sant’Anna; Alessandra Patrono, Collaboratrice NETVAL, Responsabile Knowledge Transfer Office, Scuola Normale Superiore; Pasqualantonio Pingue, Responsabile Area Ricerca e Innovazione, Scuola Normale Superiore; Manuele Bonaccorsi, Coordinatore R&D Co-Robotics.

Gli approfondimenti

“Nel contesto del Festival della Robotica,” afferma Enza Spadoni di ARTES 4.0, “ho voluto approfondire il Trasferimento Tecnologico sia come uno strumento strategico, nell’ottica di chi produce la conoscenza e forma competenze in grado di generare cambiamento, dal punto di vista della società, dell’economia, del lavoro; sia come uno strumento tecnico per l’offerta di servizi molto concreti in grado di supportare l’azienda nel superare la “valle della morte”, azione necessaria per riuscire a entrare nel mercato ed essere competitiva. In questa visione, la collaborazione tra enti e istituzioni è di fondamentale importanza per intervenire a supporto delle aziende nelle varie fasi del TRL, il Technology Readiness Level, dall’idea di impresa e lo sviluppo del prototipo fino all’ingresso sul mercato: sia dal punto di vista delle Università, che realizzano la conoscenza e la valorizzano con gli strumenti propri della Terza Missione universitaria quali brevetti e spinoff, sia da quello degli incubatori che si occupano di animazione e accelerazione delle spin off, sia dal punto di vista del Centro di Competenza, che finanzia e accompagna lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi verso mercati competitivi”.

Dipendenti ARTES 4.0 e Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica

Parole chiave e concetti base: le 5C del Trasferimento Tecnologico

Il Trasferimento Tecnologico, è emerso, si basa su alcune parole chiave che sono: Conoscenza, Competenza, Contaminazione, Capitali, Connettività.

Conoscenza

Tutto ciò che connota la catena del valore che dall’idea progettuale sviluppata all’università realizza un prototipo, ne fa un brevetto, crea la spin off e prova a saltare la valle della morte per arrivare al mercato, dal punto di vista universitario, è senz’altro caratterizzato dalla parola chiave “Conoscenza”, che riveste, come afferma Gastone Ciuti della Scuola Superiore Sant’Anna, una fondamentale influenza nella creazione di ecosistemi innovativi che generino nuova crescita e nuovo lavoro. L’Università ha il compito precipuo di educare i giovani e le giovani al futuro che vorranno, orientandoli al mondo del lavoro e fornendo loro tutti gli strumenti con i quali valorizzare la conoscenza, come ad esempio brevetti e spin off.

La proprietà intellettuale

Riccardo Apreda di ErreQuadro, che si occupa di Intellectual Property quale fonte di dati di posizionamento delle tecnologie in specifici scenari, per facilitarne il trasferimento, sostiene che l’IP sia effettivamente un fattore abilitante per la crescita di un’azienda. “La percezione comune è che la proprietà intellettuale sia unicamente una tattica difensiva, di cui preoccuparsi solo dopo che l’idea inventiva è stata realizzata”, afferma. “Al contrario, la proprietà intellettuale è principalmente uno strumento di business, che andrebbe utilizzato in tutte le fasi del processo di innovazione e che può giocare un ruolo fondamentale nella crescita delle imprese (e di conseguenza anche nel trasferimento tecnologico).

In realtà già anche il semplice aspetto legale e difensivo è spesso trascurato: una azienda ogni quattro incorre in danni economici dovuti a una non corretta gestione della proprietà intellettuale, con gravi conseguenze soprattutto per le piccole imprese e le startup. Per non parlare dei numerosi casi in cui i risultati di una ricerca innovativa sono pubblicati troppo presto, rendendo impossibile il deposito di un brevetto e vedendo così sfumare la possibilità di valorizzarli economicamente da parte degli inventori o dell’università. In questo senso i centri di trasferimento tecnologico e i centri di competenza possono sicuramente collaborare con ricercatori e spinoff per indirizzarli verso corrette strategie di tutela.

Il secondo importante ruolo che la proprietà intellettuale può svolgere è quello di leva di mercato, economica o finanziaria. Grazie a brevetti, marchi e design è possibile ampliare la propria quota di mercato, aumentare il valore della propria impresa, attrarre investimenti, e in certi casi abilitare tout court la nascita di un business, anche nel caso di trasferimento tecnologico. Un esempio a livello globale è dato dai vaccini a mRNA che tanto ruolo hanno avuto durante la pandemia del Covid19. La tecnologia di base per tali vaccini è stata sviluppata da due professori dell’Università della Pennsylvania, Dr. Karikò e Dr. Weissman, brevettata dalla stessa Università e data in licenza a una sua spinoff.
BioNTech, all’epoca una piccola startup, ha sub-licenziato i diritti da questa spinoff, e con essi ha potuto in seguito entrare in un accordo con un colosso farmaceutico come Pfizer. Il brevetto è stato quindi la base per una intera catena di valore, che è comunque partita dalla ricerca accademica.

Infine il terzo ruolo della proprietà intellettuale, altrettanto importante dei primi due, è quello informativo: i brevetti rivelano le reali strategie delle imprese in termini innovazione, e evidenziano le varie problematiche, industriali o di utilizzo, su cui si concentra l’attività inventiva. In tal senso, uno studio della documentazione esistente in letteratura serve sia a guidare la ricerca verso problemi di interesse per il mercato (e quindi dal grande potenziale in termini di trasferimento tecnologico), sia a trovare nuovi campi di applicazione, potenziali clienti o possibili acquirenti per le tecnologie sviluppate. Una delle criticità principali infatti delle spinoff (e in realtà di tutte le imprese) è quello di riuscire a trovare un adeguato sbocco commerciale per i propri prodotti, anche perché, come già evidenziato da altri relatori, spesso la ricerca accademica è brava a generare nuove idee, ma il mercato ragiona principalmente in termini di problemi e bisogni degli utenti.

Anche in questo caso i centri di trasferimento tecnologico e i centri di competenza come ARTES possono giocare un ruolo fondamentale, sia tramite l’informazione riguardo l’utilità di solide strategie di valorizzazione, sia tramite il matchmaking fra le spin-off e chi ha le competenze e gli strumenti per supportarle in tali percorsi strategici, sia infine tramite il finanziamento di studi e consulenze che difficilmente le startup potrebbero altrimenti permettersi.

Per portare un esempio dell’ecosistema pisano, uno dei soci di ARTES è la startup Seares, che ha sviluppato un dispositivo di ormeggio per barche che sfruttando il naturale movimento causato dal moto ondoso produce energia elettrica per i sistemi di bordo. Una soluzione ecologica e innovativa che però necessità di essere messa in contatto con i mercati e ha comunque un grande potenziale anche in altri settori industriali.

ARTES ha quindi creato la connessione fra Seares e un altro suo socio: Erre Quadro, spinoff dell’Università di Pisa specializzata in analisi di valorizzazione della proprietà intellettuale; successivamente il Centro di Competenza ha abilitato la collaborazione fra le due PMI finanziando uno studio per l’individuazione di ulteriori soluzioni tecniche e soprattutto di nuove opportunità di business per la startup green. Dalla realizzazione del prototipo alla creazione di una spin off, l’università riveste un ruolo di fondamentale e delicata importanza nella creazione di nuove opportunità.

Annarosa Mezzasalma, dell’Ufficio Valorizzazione Ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna, spiega che la “Terza Missione”, successiva alle prime due missioni, rispettivamente di Educazione e Ricerca, che hanno un loro nome specifico, e nonostante sia nominata residualmente rispetto alle prime due come ‘terza’, è cruciale per dare il giusto rilievo alle politiche di Trasferimento Tecnologico nelle università, che applicano la conoscenza a dinamiche di valorizzazione e crescita necessarie a rendere le Università centri nevralgici per il futuro del Paese.

Competenza

La competenza è uno dei fattori attrattivi per il mondo dei Capitali, che investono soprattutto dove la trovano. Oltretutto, è uno dei fattori abilitanti il trasferimento dai laboratori di ricerca universitari al mercato, come spiega Daniele Mazzei, di Zerynth, che oltre che spin off dell’Università di Pisa è anche azienda socia affiliata al Centro di Competenza ARTES 4.0, con l’esperienza di poter guardare la tecnologia in tutte le fasi del TRL, quindi in ogni momento del suo stadio di maturità. La tecnologia di cui si occupa Zerinth, azienda attiva nelle soluzioni Industrial IoT per le aziende manifatturiere, si basa anche sull’Intelligenza Artificiale.

Si parla molto oggi di IA e La competenza è uno dei fattori attrattivi per il mondo dei Capitali, che investono soprattutto dove la trovano.

Oltretutto, è uno dei fattori abilitanti il trasferimento dai laboratori di ricerca universitari al mercato, come spiega Daniele Mazzei, di Zerynth, che oltre che spin off dell’Università di Pisa è anche azienda socia affiliata al Centro di Competenza ARTES 4.0, con l’esperienza di poter guardare la tecnologia in tutte le fasi del TRL, quindi in ogni momento del suo stadio di maturità.

La tecnologia di cui si occupa Zerinth, azienda attiva nelle soluzioni Industrial IoT per le aziende manifatturiere, si basa anche sull’Intelligenza Artificiale. Si parla molto oggi di IA e di quanto sia importante per ottimizzare i processi produttivi, sviluppare innumerevoli soluzioni di protezione e cybersicurezza, sistemi di previsione e automazione.

Portare l'intelligenza artificiale nella PMI italiana in un’epoca di grande rivoluzione dell’economia e di maggiore attenzione alla sostenibilità e ai temi sociali richiede necessariamente una più evoluta consapevolezza della conoscenza acquisita all’università, adattata alle nuove esigenze.

E la competenza, come afferma Manuele Bonaccorsi di Co-Robotics, spin off della Scuola Superiore Sant’Anna – piccola curiosità con sede a Piazza Toniolo, la piazza da cui tutto ha origine in un certo senso, essendo sede della residenza universitaria, è anche quella necessaria a poter affiancare le imprese ad alto contenuto di conoscenza e tecnologia: Co-Robotics nasce partecipata da un fondo di investimenti che in un secondo momento ha voluto essere liquidato per l’“incapacità” di gestire tecnologie complesse.

ARTES 4.0 – Advanced Robotics and enabling TEchnologies and Systems 4.0 è un Centro di Competenza nazionale ad alta specializzazione finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l'obiettivo di finanziare e accompagnare l’innovazione guidata dalla Scienza attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie, erogando i servizi necessari a realizzare nuovi prodotti e servizi di successo nei mercati competitivi.

Contaminazione

Lucia Arcarisi di Weabios ha realizzato la sua Spin off a risultato dell’attività del Contamination Lab dell’Università di Pisa, grazie a un percorso intrapreso per arrivare a concretizzare l’idea di impresa. L’Università è senz’altro un primo bacino di Contaminazione ma lo scambio di buone pratiche, il confronto e la miscela di saperi restano un fattore chiave per lo sviluppo di innovazione e la crescita di impresa. Weabios è insediata all’interno dell’Incubatore tecnologico di Navacchio, dove si concretizza la cross fertilization attraverso la vicinanza fisica tra imprese.

"Il Polo Tecnologico di Navacchio”, afferma Angela Calò, Direttrice Operativa, “è il più grande parco tecnologico della Toscana e uno dei più grandi in Italia. Fondato nel 2000 a pochi chilometri da Pisa, il Polo Tecnologico è una struttura multifunzionale di 20.000 mq, composta da uffici e laboratori, progettata per favorire la nascita e lo sviluppo delle imprese.

Attualmente ospitiamo più di 60 aziende e oltre 700 persone: un vero e proprio hub toscano per l'innovazione e la trasformazione digitale, dove la condivisione di conoscenze e competenze è all'ordine del giorno. Un network importante, formato non solo dalle aziende con sede fisica all’interno del Polo ma anche da tante realtà esterne (circa 200) che collaborano costantemente con noi. Le sinergie tra imprese, start-up, istituti di ricerca, istituzioni accademiche e centri di competenza come ARTES 4.0, sono sicuramente la chiave per offrire un supporto concreto e completo alle imprese e favorire lo sviluppo di nuove opportunità imprenditoriali".

Capitali

Oltre all’importanza del Venture Building, spesso di fondamentale importanza per fare accelerazione consentendo lo scaling up, il know how e i collegamenti, il “capitale” riguarda anche il corretto bilanciamento tra budget, persone, risorse, strategie – per affrontare serenamente la via imprenditoriale.

Il capitale umano è sicuramente un asset strategico. Pasqualantonio Pingue, Scuola Normale Superiore, nel parlare degli strumenti di collegamento tra Ricerca e Innovazione, che legano i TRL bassi a quelli alti nel campo delle tecnologie innovative ed emergenti come quelle che sviluppa la Normale, dando un effettivo supporto in servizi al superamento della cosiddetta “valle della morte” afferma che “Come già detto dai colleghi/colleghe nel dibattito, non esistono ricette che funzionano per tutti e ogni approccio e strategia dipendono dal contesto lavorativo e dal lavoro che viene svolto.

Nel caso della Scuola Normale Superiore il focus è legato al “capitale umano”, che la Normale è abituata da tempo a selezionare per scopi di didattica e ricerca e al quale noi ci rivolgiamo per innestare elementi di cultura dell’innovazione e di “terza missione” in senso lato, elementi sempre più presenti nei nostri allievi/allieve.

Come “area ricerca e innovazione” della SNS, noi lavoriamo alla diffusione della cultura dell’innovazione soprattutto verso i nostri/nostre PhD, attraverso il supporto che possiamo dare come ufficio di Knowledge Transfer, e con le reti di trasferimento
tecnologico locali, nazionali e internazionali alle quali partecipiamo. Tra queste vorrei citare JoTTO, la rete delle scuole universitarie superiori, che ci vede insieme al Sant’Anna, il Contamination Lab con UNIPI, l’ufficio regionale di trasferimento tecnologico con tutti gli Atenei toscani, il Centro di Competenze ARTES4.0, che ha diramazioni in tutta Italia, e anche con progetti internazionali quali l’alleanza EELISA, di cui ARTES 4.0 è partner, che ha visto in passato e vede anche oggi nella entrepreneurship degli allievi/allieve delle azioni di formazione e di collaborazione tra grandi Atenei europei tra le più sentite dell’Alleanza.

Lavoriamo poi con il Polo di Navacchio, con diversi Venture Capitalist e agenzie di consulenza per supportare gli allievi/allieve, ricercatori/ricercatrici che vogliono e che hanno le competenze, le conoscenze ma soprattutto il coraggio e la passione di fare innovazione, per supportarli nel loro percorso e superare la “Valle della Morte”.

Insomma, credo che occasioni come quella organizzata da ARTES 4.0 al Festival della Robotica, siano una dimostrazione del fatto che l’ecosistema pisano dell’innovazione ha delle grandi possibilità di sviluppo se si riesce a fare rete e a sfruttare tutte le straordinarie competenze e la passione che le persone del sistema universitario pisano e dei centri di mediazione dell’innovazione come ARTES4.0 mettono a disposizione".

Dipendenti ARTES 4.0 e Trasferimento Tecnologico al Festival della Robotica

Connettività

L’European Innovation Council nel III Pillar di Horizon Europe introduce la “Connectedness” come uno degli elementi chiave nella costituzione di ecosistemi dell’innovazione insieme a conoscenza e capitali, ovvero la capacità di creare connessioni, network, reti di collaborazione. ARTES 4.0 è sicuramente un brillante esempio di “connettività” ma gli ecosistemi possono riguardare interi territori votati a
contribuire su più fronti alla crescita economica e sociale. Uno di questi è l’Innovation Mile di Pontedera, in provincia di Pisa, in area Piaggio riqualificata e caratterizzata dal successivo insediamento di incubatori di impresa, centri di ricerca e universitari, musei d’impresa, centri servizi, grandi aziende attirate dalle competenze generate in quest’area.

Damiano Bolognesi, Presidente dell’Incubatore Pont-Tech e del Piccolo Teatro Digitale, uno spazio per coworking, servizi di formazione e altri servizi, entrambi all’interno delI’Innovation Mile, afferma che “La rete di competenze presenti in un competence center rappresenta un asset strategico per le imprese, offrendo accesso a risorse critiche per l'innovazione, la crescita e la competitività.

Attraverso la collaborazione con ARTES 4.0, le imprese possono superare le sfide tecnologiche, migliorare le loro capacità operative e sfruttare nuove opportunità di mercato. In sintesi, ARTES 4.0 svolge un ruolo fondamentale nel promuovere l'ecosistema di innovazione del territorio e nello stimolare lo sviluppo economico sostenibile. Anche il reperimento di capitali è cruciale per sostenere l'impresa nelle varie fasi della propria vita a sostegno di investimenti e competitività; disporre delle risorse finanziarie permette alle imprese di innovare, migliorare la propria efficienza e rimanere competitive in un mercato in continua evoluzione.

La ricerca di capitali è strettamente correlata agli obiettivi di business che l'imprenditore si prefigge che non possono prescindere dalla variabile tempo. Da questo punto di vista, l'essere socio di ARTES 4.0 permette a Pont-Tech ed a tutte le imprese aderenti non solo di avere a disposizione una importante rete di competenze ma anche accesso a strumenti di finanza agevolata; grazie a Bandi specifici che prevedono finanziamenti a fondo perduto, è possibile per l'impresa abbattere l'investimento iniziale e rendere così sostenibili investimenti che altrimenti sarebbero stati rimandati o effettuati utilizzando altre forme di
finanziamento quali la cessione di una parte del proprio capitale di rischio oppure indebitando l'azienda con finanziamenti bancari con la necessità dell'imprenditore di fornire garanzie personali”.

Guardando al network del Trasferimento Tecnologico, Alessandra Patrono del Knowledge Transfer Office della Scuola Normale Superiore e collaboratrice NETVAL, il Network per la valorizzazione della Ricerca creato nel 2002 al quale aderisce la gran parte delle università italiane, poi divenuto Associazione, in grado di effettuare una fotografia molto attenta del trasferimento tecnologico italiano e di indirizzarne le politiche, spiega che “I dati raccolti da Netval mostrano che le università italiane hanno compreso l'importanza della protezione della proprietà intellettuale, brevettano in modo costante e con una gestione sempre più efficace del proprio portafoglio brevettuale che nel 2023 contava circa 8000 brevetti. Sono anche in grado di valorizzare i propri brevetti generando ritorni che crescono nel tempo e ogni anno nascono circa 100 nuove spinoff. Tuttavia gli uffici di TT che gestiscono queste attività, sono ancora generalmente abbastanza piccoli e sono poche le università italiane che riescono ad avere performance di rilievo. A livello pisano le università e scuole confermano l'ottima ricerca, con un contributo complessivo sui brevetti attivi tra le università italiane di circa il 6%, sono in grado di generare un buon numero di spinoff, ma faticano a valorizzare questi brevetti. Cosa fare dunque? Cercare di tenere il passo delle università più attive su questi aspetti e continuare a fare bene alcune attività che stanno dando buoni risultati, come la creazione di imprese e il supporto alla loro crescita. Dobbiamo invece lavorare ancora per aumentare le collaborazioni con le imprese, con l'ecosistema locale e nazionale, ma anche per trovare un modello di valorizzazione della ricerca e della conoscenza che sia adatto alle peculiarità del nostro contesto, attraverso una azione di rete tra tutti gli attori locali e una sempre maggiore attenzione alle competenze formate nelle nostre università e a generare impatto”.

Autore/Autrice

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Enza Spadoni

Responsabile Area Trasferimento Tecnologico e Relazioni Esterne

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  4. Claudio Salvador di Advanced Microwave Engineering S.r.l. descriverà la loro piattaforma cloud integrata per il monitoraggio attivo e in tempo reale della sicurezza negli ambienti produttivi e logistici
  5. Stefano Sarasso di Ubiquicom si concentrerà sull’interazione uomo-macchina in ambienti complessi, una sfida cruciale per la sicurezza nei settori industriali avanzati
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Jiminy, un grillo parlante per la democratizzazione dell’intelligenza artificiale nel settore del servizio clienti
Jiminy, un grillo parlante per la democratizzazione dell’intelligenza artificiale nel settore del servizio clienti
di Annapia Rinaldi, AI Specialist - Cubit / NetResults   Il progetto Jiminy (nome ispirato dal “Grillo Parlante” del film Disney tratto dalla favola di Pinocchio) vuole rappresentare un passo in avanti verso la democratizzazione dell'intelligenza artificiale nell’ambito dell’assistenza verso i clienti, ponendosi come obiettivo quello di offrire alle piccole e medie imprese (PMI) uno strumento potente e accessibile. Il mercato dell'IA cresce in maniera impetuosa: nel 2023, in Italia, ha raggiunto un valore di 760 milioni di euro, segnando un +52% rispetto l’anno precedente. Tuttavia, nonostante i significativi vantaggi che le PMI potrebbero trarre dallo sfruttamento delle potenzialità delle nuove tecnologie di Artificial Intelligence, queste restano notevolmente indietro rispetto i competitor più grandi. Infatti, mentre il 61% delle grandi imprese ha già avviato almeno un progetto di Intelligenza Artificiale, solo il 18% delle PMI ne fa uso: un divario che, senza l'adozione di soluzioni mirate, rischia di ampliarsi ulteriormente. Jiminy nasce proprio per colmare questo gap, offrendo alle PMI un sistema accessibile, di facile implementazione e in grado di automatizzare i processi di customer care in tempo reale, senza necessità di impiego di risorse tecniche interne.

Kalliope Jiminy: real-time customer suggestions and support

Con Jiminy, si vuole sviluppare e sperimentare una nuova generazione di sistemi di comunicazione aziendale semantici in grado di erogare servizi EVA (Enterprise Virtual Assistant) alimentati dalle conoscenze estratte dalle comunicazioni telefoniche che quotidianamente avvengono in azienda, senza bisogno di un training esplicito. L’addestramento avverrebbe in contemporanea con le normali attività produttive, non onerando il personale di ulteriori compiti e sfruttando la mole di dati già circolanti durante le telefonate fra Cliente e Azienda e fra operatori. Kalliope Jiminy: real-time customer L’innovatività del progetto risiede proprio nella capacità di questo EVA di creare autonomamente la propria Knowledge Base, bypassando la necessità degli enterprise virtual assistant attualmente sul mercato di dover disporre di una grande base di conoscenza e di risorse che ne effettuino l’addestramento manuale specifico per poter funzionare. La funzione aziendale target di Jiminy è quella del “Customer Care” (CC). Tale funzione è stata scelta perché trasversale alla quasi totalità delle aziende e, solitamente, caratterizzata da grossi problemi di scalabilità dovuti al grande stress che il personale, sottoposto a forti pressioni tipiche del settore, vive. Oltre che un EVA in grado di supportare gli operatori CC durante le normali attività lavorative, con Jiminy ci si prefigge di realizzare un copilota in grado di facilitare anche la formazione di nuove risorse poichè potrà generare automaticamente telefonate di training, simulando conversazioni basate su interazioni passate, con cui i nuovi operatori potranno sperimentare e imparare a gestire situazioni versomili in un contesto di comfort e sicurezza. Il funzionamento di Jiminy si può riassumere come segue: quando un cliente chiama, viene accolto da un voicebot che effettua un primo triage del problema; le informazioni raccolte vengono utilizzate per creare automaticamente un ticket, che viene poi verificato da un operatore umano. Durante la chiamata, Jiminy ascolta e analizza la conversazione, fornendo suggerimenti in tempo reale all'operatore basandosi sulla sua conoscenza accumulata. In un secondo momento, questa stessa conoscenza viene riutilizzata per creare degli scenari simulati con cui i neo assunti possono “allenarsi”. Il funzionamento di Jiminy si articola in diversi passaggi:
  1. Ricezione delle chiamate: Un voicebot accoglie il cliente, raccoglie il codice cliente ed esegue una prima classificazione del problema. La chiamata viene instradata ad un operatore.
  2. Creazione database di conoscenza: l’EVA “ascolta” lo scambio fra cliente e operatore e viene creato un db (secondo norme GDPR), con le suddette registrazioni;
  3. Apertura del ticket: Le informazioni estrapolate dall’interazione telefonica vengono rielaborate e utilizzate per generare automaticamente un ticket, che viene poi verificato da un operatore.
  4. Assistenza in tempo reale: Durante la chiamata, Jiminy suggerisce soluzioni all’operatore in tempo reale, tramite interfaccia conversazionale, utilizzando la conoscenza accumulata dalle precedenti interazioni.
  5. Apprendimento continuo: Ogni chiamata viene registrata e analizzata semanticamente, contribuendo all’arricchimento della base di conoscenza.
  6. Formazione del personale: riutilizzo del knowhow aziendale per generare simulazioni di chiamate basate su casi reali, permettendo ai nuovi operatori di esercitarsi in un ambiente sicuro e controllato.
Funzionamento di Jiminy
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Manutenzione Proattiva e IoT Industriale nell’Industria 4.0
Manutenzione Proattiva e IoT Industriale nell’Industria 4.0
di Angelica Maria Puddu, Product Marketing Specialist   Nell’era dell’Industria 4.0, le imprese sono sempre più orientate verso soluzioni tecnologiche che permettono di migliorare l’efficienza operativa e ridurre i costi. In questo contesto, la manutenzione proattiva, predittiva e su condizione emerge come approccio rivoluzionario per la gestione degli impianti industriali. Con l’utilizzo di tecnologie avanzate come l’IoT e l’intelligenza artificiale, le aziende possono ora anticipare e prevenire guasti, ottimizzando i processi produttivi. Continua a leggere per scoprire come queste tecnologie possono trasformare la gestione della manutenzione industriale.

Le Sfide della Manutenzione Tradizionale

La gestione della manutenzione tradizionale (spesso reattiva) è caratterizzata da numerose inefficienze. Attendere l’attesa di un guasto prima di effettuare interventi di manutenzione può causare fermi macchina non pianificati, riducendo la produttività e aumentando i costi di riparazione. I tempi di inattività non pianificati hanno un impatto significativo sui costi operativi, specialmente in un contesto di crescente interconnettività delle infrastrutture. Questo approccio quindi non solo espone l'azienda a interruzioni impreviste, ma aumenta i costi operativi e limita la capacità di ottimizzare l’uso delle risorse. Una gestione attenta della manutenzione rappresenta un passo in avanti alla risoluzione di questi problemi: Grazie all’integrazione di IoT e algoritmi di intelligenza artificiale, è possibile monitorare continuamente le condizioni operative dei macchinari e prevedere i guasti prima che si verifichino, riducendo i tempi di inattività e migliorando l'efficienza generale.

Vantaggi della Manutenzione Predittiva e On-Condition

L'implementazione di pratiche di manutenzione proattiva, predittiva e su condizione porta numerosi vantaggi. Innanzitutto, consente una significativa riduzione dei tempi di inattività degli impianti, poiché gli interventi manutentivi vengono programmati in anticipo, evitando guasti  e fermi macchina imprevisti. Questo approccio proattivo si traduce in una maggiore efficienza operativa e in un utilizzo ottimizzato delle risorse. La manutenzione predittiva contribuisce in aggiunta a prolungare la vita dei macchinari, riducendo l'usura complessiva dei componenti e minimizzando quindi la necessità di sostituzioni frequenti. Questo non solo migliora l'affidabilità delle operazioni, ma consente anche di ottenere un miglior ritorno sugli investimenti grazie alla diminuzione dei costi operativi.

Perché Usare l’IoT per la Manutenzione

L'adozione di una soluzione IoT per la manutenzione consente alle aziende di monitorare in tempo reale le condizioni operative dei propri impianti, raccogliendo dati preziosi che possono essere analizzati per prevenire guasti e ottimizzare le prestazioni. Dotarsi di una soluzione come la Piattaforma IoT & AI di Zerynth per la gestione della manutenzione non solo riduce i rischi e i costi operativi, ma permette al contempo di aumentare l’affidabilità dell’impianto e ottimizzare la produzione. Ma come si integra generalmente l'IoT in un contesto industriale? L'architettura ideale di una piattaforma IoT per la manutenzione prevede l'integrazione di:
  • Sensori per monitorare le variabili critiche come temperatura, pressione e vibrazioni.
  • Edge Device che elaborano i dati raccolti dai sensori in tempo reale.
  • Connessione al Cloud per l’archiviazione e l’analisi avanzata dei dati.
  • Piattaforma Cloud dove i dati vengono trasformati in informazioni utili per la manutenzione.
  • Interfaccia Utente che permette di visualizzare i dati attraverso dashboard intuitive e ricevere avvisi su potenziali guasti.
I benefici di una piattaforma di questo tipo non sono limitati alla sola gestione della manutenzione. L’implementazione di soluzioni IoT come la Zerynth Platform consente di monitorare costantemente diversi aspetti del processo produttivo, dai consumi energetici alla quantità di produzione, consentendo l’ottenimento quindi di una visibilità approfondita sull’intero processo produttivo. Inoltre, grazie alla capacità di una piattaforma IoT di raccogliere e analizzare dati in tempo reale, le aziende possono individuare opportunità di miglioramento, creando un ambiente favorevole all'innovazione e al miglioramento continuo.

L'Importanza del Monitoraggio Continuo: Verso un'Industria più Sostenibile

Il monitoraggio continuo dei macchinari tramite IoT è essenziale per garantire una sostenibilità operativa a lungo termine. La capacità di monitorare in tempo reale le prestazioni degli impianti permette di identificare e correggere tempestivamente inefficienze, riducendo i consumi energetici e minimizzando l'impatto ambientale. Il monitoraggio continuo è essenziale per garantire la conformità alle normative di sicurezza e sostenibilità. Ad esempio, il monitoraggio delle emissioni di CO2, attraverso il calcolo delle emissioni di CO2 equivalente, permette di prendere decisioni informate per ridurle, assicurando così l’allineamento dell’impresa alle normative vigenti e migliorando nel contempo i punteggi ESG. Grazie alla collaborazione tra Artes 4.0 e Zerynth, mettiamo le aziende in condizione di accedere a soluzioni IoT & AI che consentono loro non solo di sviluppare una gestione proattiva della manutenzione, migliorando l'efficienza operativa e riducendo i costi, ma anche di monitorare e analizzare i dati necessari per mantenere i macchinari operativi in sicurezza, contribuendo a creare un ambiente di lavoro più sicuro e sostenibile. Siamo pronti a guidarti nel percorso di digitalizzazione e nell'adozione delle tecnologie più avanzate per il successo della tua impresa.
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Industria 5.0: Il Futuro della Produzione Sostenibile e Intelligente
Industria 5.0: Il Futuro della Produzione Sostenibile e Intelligente
di Angelica Maria Puddu, Product Marketing Specialist   Nell'era della trasformazione digitale, l'Industria 5.0 emerge come il nuovo paradigma che sta ridefinendo il panorama manifatturiero. ARTES 4.0, come Centro Nazionale di Competenza altamente specializzato, è in prima linea assieme ai suoi partner nel guidare questa transizione verso un futuro più sostenibile e centrato sull'uomo. Se l'Industria 4.0 ha posto le basi per l'automazione e l'interconnessione dei sistemi produttivi, l'Industria 5.0 si spinge oltre, integrando una visione più umanocentrica e sostenibile. Questa evoluzione si fonda su tre pilastri fondamentali:
  1. Approccio Umano-Centrico: Le tecnologie sono ottimizzate per migliorare le condizioni dei lavoratori, non viceversa. Il concetto di "Human in the loop" diventa centrale, riconoscendo che le capacità creative e cognitive umane sono insostituibili.
  2. Sostenibilità Industriale: La sostenibilità ambientale non è più un effetto collaterale, ma un obiettivo primario. Si promuovono processi di economia circolare, monitoraggio e riduzione dei consumi energetici e delle emissioni.
  3. Produzione Resiliente: La capacità di adattarsi rapidamente a interruzioni e crisi diventa essenziale, supportando le infrastrutture critiche e garantendo continuità operativa.
In questo nuovo contesto, l'Intelligenza Artificiale e l'Internet of Things (IoT) giocano un ruolo cruciale. Queste tecnologie permettono di monitorare costantemente la produzione, prevedere guasti e ottimizzare le risorse in tempo reale. Il risultato? Una significativa riduzione dei tempi di inattività, un miglioramento della qualità del prodotto e una diminuzione degli sprechi.

Il Piano Transizione 5.0: Incentivi per l'Innovazione Sostenibile

ll Piano Transizione 5.0  è un'iniziativa che mira a promuovere l'innovazione sostenibile nel settore industriale, con un investimento di circa 6,3 miliardi di euro per il biennio 2024-2025. Il piano offre un credito d'imposta per le aziende che investono in tecnologie e processi volti a migliorare l'efficienza energetica e integrare fonti di energia rinnovabile, con aliquote che possono raggiungere il 63% per investimenti specifici, come ad esempio per gli impianti fotovoltaici. Per accedere agli incentivi, le imprese devono seguire un iter articolato. Il primo passo è l'analisi preventiva, dove viene valutata la conformità dell'investimento ai requisiti del piano. Successivamente, è necessaria una perizia asseverata da un esperto (EGE, EsCO), che certifichi l'idoneità del progetto. Le aziende devono poi dimostrare la riduzione dei consumi energetici prevista, attraverso il rilascio delle certificazioni energetiche ex-ante ed ex-post. La richiesta del credito d'imposta è gestita dal GSE (Gestore dei Servizi Energetici) e il processo di interazione con l'ente si sviluppa attraverso le seguenti fasi:
  • Comunicazione Preventiva: Le imprese interessate devono iniziare inviando una comunicazione preventiva accompagnata da una certificazione ex-ante, tramite la Piattaforma Informatica "Transizione 5.0" gestita dal GSE. Questa fase serve a prenotare il credito d'imposta.
  • Conferma dell'Ordine: Entro 30 giorni dalla prenotazione del credito d'imposta, le imprese devono confermare gli ordini effettuando un acconto di almeno il 20% dell'investimento. Questa conferma è essenziale per mantenere la validità della prenotazione del credito d'imposta.
  • Comunicazione di Completamento: Al termine del progetto, le imprese devono inviare una comunicazione finale che includa una certificazione ex-post. Questo passaggio è fondamentale per dimostrare il completamento dell'investimento e la conseguente riduzione dei consumi energetici, necessaria per ottenere l'incentivo previsto.

Certificazioni Ex Ante ed Ex Post: Chiavi per l'Accesso agli Incentivi

Le certificazioni ex ante ed ex post rappresentano due momenti cruciali nel processo di accesso agli incentivi del Piano Transizione 5.0. Queste certificazioni, rilasciate da un valutatore indipendente, sono fondamentali per dimostrare l'efficientamento della produzione e l'effettiva riduzione dei consumi energetici. La certificazione ex ante attesta il rispetto dei criteri di ammissibilità del progetto. Per essere ammissibili, i progetti devono dimostrare una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% a livello aziendale o del 5% a livello di processo produttivo. La certificazione ex post, invece, conferma l'effettiva realizzazione degli interventi in conformità con quanto stabilito nella certificazione ex ante. In questa fase del progetto, è fondamentale avere accesso a funzionalità di reportistica avanzata. Ad esempio, la Zerynth IoT & AI Platform offre Smart Reports, una funzione che genera automaticamente report dettagliati. Questi report forniscono una copertura completa dei dati, sia per il top management che per il livello operativo, con analisi precise e aggregate. Una visione olistica dei processi produttivi semplifica il processo decisionale e facilita l'adozione delle migliori pratiche dell'industria 5.0. Per supportare le aziende in questo processo, ARTES 4.0 collabora con partner tecnologici come Zerynth, la cui piattaforma Industrial IoT & AI si rivela uno strumento prezioso per il monitoraggio e l'ottimizzazione dei consumi energetici. Queste soluzioni permettono alle aziende di raccogliere dati precisi in tempo reale, generare report dettagliati e identificare opportunità di efficientamento, facilitando così il processo di certificazione.

Il Ruolo di ARTES 4.0 nella Formazione e nell'Innovazione

ARTES 4.0  gioca un ruolo fondamentale nella transizione verso l'Industria 5.0. Come Centro Nazionale di Competenza altamente specializzato, ARTES 4.0 si dedica alla promozione e alla diffusione della conoscenza delle tecnologie digitali abilitanti e delle soluzioni robotiche avanzate per l'Industria 4.0 e 5.0. La nostra missione si articola in diversi ambiti:
  1. Formazione: Offriamo programmi di formazione mirati che coprono vari aspetti dell'Industria 5.0, dalla robotica collaborativa all'intelligenza artificiale, passando per l'IoT e l'analisi dei dati. Questi programmi preparano i lavoratori alle sfide future e aiutano le aziende a massimizzare il potenziale delle nuove tecnologie.
  2. Consulenza Tecnologica: Forniamo consulenza specializzata alle aziende che intendono intraprendere il percorso di trasformazione digitale, aiutandole a identificare le soluzioni più adatte alle loro esigenze specifiche.
  3. Ricerca e Sviluppo: Collaboriamo con università, centri di ricerca e aziende per sviluppare nuove tecnologie e soluzioni innovative nel campo della robotica avanzata e delle tecnologie digitali.
  4. Networking: Facilitiamo la creazione di reti e partnership tra aziende, istituzioni e centri di ricerca, promuovendo la condivisione di conoscenze e best practices.
  5. Supporto all'Accesso agli Incentivi: Assistiamo le aziende nel processo di accesso agli incentivi del Piano Transizione 5.0, fornendo guidance nella preparazione della documentazione necessaria e nella comprensione dei requisiti tecnici.
L'approccio di ARTES 4.0 è olistico e mira a creare un ecosistema in cui tecnologia, sostenibilità e fattore umano coesistono in perfetto equilibrio. Attraverso le nostre iniziative, puntiamo a rendere le aziende italiane non solo più competitive, ma anche più resilienti e sostenibili nel lungo termine.
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Intelligenza Artificiale Generativa nello Smart Manufacturing: Semplificare l’Accesso ai Dati per una Produzione più Efficiente
Intelligenza Artificiale Generativa nello Smart Manufacturing: Semplificare l’Accesso ai Dati per una Produzione più Efficiente
di Angelica Maria Puddu, Product Marketing Specialist   Dai sistemi di manutenzione predittiva agli algoritmi di ottimizzazione della produzione, l'AI sta dimostrando essere un alleato prezioso per le imprese che mirano a rimanere competitive in un mercato globale sempre più digitalizzato. Nell'ultimo anno, l'Intelligenza Artificiale ha fatto passi da gigante nel settore industriale, trasformando radicalmente il panorama manifatturiero. L'adozione dell'AI nel settore industriale ha visto una crescita esponenziale, con un numero crescente di aziende che implementano soluzioni intelligenti per affrontare sfide complesse. Non si tratta più di un'innovazione riservata ai colossi dell'industria: anche le piccole e medie imprese stanno iniziando a comprendere il potenziale dell'AI per ottimizzare le operazioni, ridurre i costi e migliorare la qualità dei prodotti.

Adozione dell'AI nelle imprese italiane: dati e statistiche

Nonostante l'importanza crescente dell'Intelligenza Artificiale nel settore manifatturiero, l'Italia continua a rimanere indietro rispetto ad altri paesi europei nell'adozione di queste tecnologie. Nel 2023, solo il 5% delle aziende italiane con 10 o più dipendenti ha implementato soluzioni di AII, posizionando il paese al 20° posto tra i 27 membri dell'UE, ben al di sotto della media europea dell'8%. Il divario è ancora più evidente tra le PMI: appena il 4,4% delle aziende con 10-49 dipendenti e il 7,3% di quelle con 50-250 dipendenti utilizzano tecnologie di AI, rispetto alle medie europee rispettivamente del 6,4% e 13%. Anche tra le grandi imprese italiane con oltre 250 dipendenti, l'adozione raggiunge solo il 24,1%, rimanendo sotto la media UE del 30,4%. Inoltre, oltre il 60% delle aziende produttrici di software in Italia investe solo tra lo 0% e il 5% del proprio fatturato in AI, mentre solo l'1% destina più del 30% a queste tecnologie emergenti. Questi dati evidenziano la necessità di un maggiore impegno e investimenti per promuovere l'integrazione dell'AI nel tessuto produttivo italiano, al fine di migliorare la competitività e l'efficienza del settore manifatturiero a livello globale.  

AI nel Contesto dello Smart Manufacturing: Capacità e Applicazioni

Nel contesto dello Smart Manufacturing, l'Intelligenza Artificiale si rivela uno strumento potente e versatile, capace di trasformare radicalmente i processi produttivi. L'analisi predittiva, per esempio, permette di prevenire guasti e problemi di qualità prima che si verifichino, analizzando in tempo reale i dati provenienti da sensori e macchinari. Questo non solo riduce i tempi di fermo, ma consente anche di pianificare la manutenzione in modo più efficiente. L'AI sta rivoluzionando diversi aspetti della produzione:
  • Ottimizzazione della produzione: Adatta in tempo reale i programmi di lavoro in base a variabili come la disponibilità di materiali e la domanda del mercato.
  • Controllo qualità avanzato: Sistemi di visione artificiale ispezionano i prodotti con una precisione e una velocità impossibili per l'occhio umano.
  • Personalizzazione di massa: Permette la produzione di lotti piccoli e personalizzati senza compromettere l'efficienza.
Inoltre, l'AI sta trasformando la gestione della supply chain, prevedendo interruzioni e suggerendo alternative in tempo reale. In un mondo dove le catene di approvvigionamento sono sempre più complesse e vulnerabili, questa capacità di adattamento rapido è inestimabile. L'integrazione di queste applicazioni in un ecosistema di Smart Manufacturing sta creando fabbriche altamente adattive ed efficienti, capaci di rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato e alle sfide operative.

Il Copilota AI: Un Alleato per il Direttore di Produzione

In una fabbrica sempre più digitalizzata, i responsabili di produzione si trovano spesso sopraffatti dalla quantità di dati generati dai sistemi IoT e dalle macchine connesse. È qui che entra in gioco il concetto di "Copilota AI", un assistente virtuale che non si limita ad analizzare dati, ma diventa un vero e proprio collaboratore digitale. Un Copilota AI offre numerosi vantaggi, tra cui:
  • Interpretazione dei dati in tempo reale: Aggrega e interpreta i flussi di dati, presentando informazioni chiave in un formato comprensibile.
  • Supporto decisionale: Suggerisce azioni correttive basate su modelli predittivi e analisi storiche.
  • Monitoraggio delle prestazioni: Tiene traccia dei KPI cruciali, segnalando deviazioni dagli obiettivi.
Un esempio di Copilota AI è rappresentato Zero, l'AI Copilot industriale di Zerynth. Zero è in grado di ridurre il carico cognitivo degli operatori analizzando e interpretando autonomamente i dati, mentre la sua interfaccia intuitiva in linguaggio naturale rende la gestione dei sistemi avanzati accessibile anche a chi non è esperto in IT. Inoltre, Zero fornisce informazioni in tempo reale per supportare decisioni rapide e informate, ottimizzando i processi produttivi e riducendo i tempi di inattività. È importante sottolineare che l'implementazione di un Copilota AI non mira a sostituire l'esperienza umana, ma piuttosto ad amplificarla. Liberando i responsabili di produzione da compiti ripetitivi e dall'analisi manuale di grandi volumi di dati, questo strumento permette loro di concentrarsi su attività a più alto valore aggiunto, come la pianificazione strategica e l'innovazione dei processi. Questo tipo di assistenza può fare la differenza soprattutto nel contesto delle PMI, dove le risorse umane sono spesso limitate e il personale deve ricoprire molteplici ruoli. Avere un assistente virtuale capace di gestire la complessità dei dati e fornire insights actionable può essere il fattore che determina il successo in un mercato sempre più competitivo.

ARTES 4.0 e 5.0: Supporto costante Il Tuo percorso di Digitalizzazione e Innovazione

Se desideri scoprire come l'Intelligenza Artificiale e le tecnologie digitali avanzate possano rendere la tua azienda più competitiva, non esitare a contattare ARTES 4.0. Il nostro Competence Center, finanziato dal MIMIT, è specializzato nello sviluppo di soluzioni innovative in ambito Industry 4.0 e 5.0. Grazie alla collaborazione con i nostri partner, che includono aziende, università e centri di ricerca di eccellenza, siamo pronti a guidarti nel percorso di digitalizzazione e nell'adozione delle tecnologie più avanzate per il successo della tua impresa.  
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Turini, socio di ARTES 4.0: proteggere l’innovazione generata da nuove tecnologie e intelligenza artificiale
Turini, socio di ARTES 4.0: proteggere l’innovazione generata da nuove tecnologie e intelligenza artificiale
di Laura Turini, Fondatrice Turini Group   La tutela della proprietà industriale rappresenta uno degli elementi fondamentali per la crescita e l’evoluzione della propria impresa. Diventare l’unico player ad offrire un certo prodotto e possedere un brevetto, genera un vantaggio competitivo significativo che diventa di estrema importanza per affermarsi sul mercato. Dal 2008 lo Studio Brevetti Turini, certificato ISO 9001 per la ISO 27001, affianca le aziende nella tutela delle proprie idee e della propria unicità, fornendo una consulenza mirata su tutto ciò che riguarda la tutela e la valorizzazione di brevetti, marchi, design, diritto d’autore, software e know-how aziendale.

Dal deposito alla difesa in giudizio

Il team dell’azienda offre un’assistenza a 360 gradi per accompagnare gli imprenditori in tutti gli aspetti della tutela e difesa, dal momento del deposito fino alla difesa in giudizio del proprio titolo, curando il deposito a livello italiano, europeo, estero e internazionale di domande di brevetto, marchi e design nei principali settori della meccanica, elettronica, software, chimica, cosmetica e in campo alimentare, rappresentando direttamente i clienti all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (U.I.B.M), all’Ufficio Europeo dei Brevetti (E.P.O), all’Ufficio Mondiale della Proprietà Intellettuale (W.I.P.O), e offrendo un servizio capillare in tutti gli Stati del mondo. L’assistenza è offerta anche in ambito giudiziale, ad esempio in cause di contraffazione nel settore del diritto industriale, del diritto d’autore e della concorrenza, oltre che nella predisposizione di contratti.

Software, AI e nuove tecnologie

Il settore a cui viene dedicata un’attenzione particolare è quello delle nuove tecnologie e dell’intelligenza artificiale, anche con corsi di formazione, seminari e webinar per imprenditori, oltre che in materia di tutela dei software e, in generale, di valorizzazione e protezione di tecnologia proprietaria con consulenze mirate in tema di sviluppo e sfruttamento di soluzioni software, con strategie compliant con le normative vigenti e i nuovi regolamenti.

Intelligenza Artificiale e Brevetti. Cosa si può brevettare?

Con la rapida esplosione dell’intelligenza artificiale (AI), l’Ufficio Europeo Brevetto (EPO) ha integrato le sue linee guida chiarendo alcuni aspetti sulla possibilità di brevettarla. L’AI è astrattamente brevettabile, a condizione che sia nuova e inventiva, perché si tratta di una tecnologia che può produrre un effetto tecnico. Le Guidelines dell’EPO evidenziano subito, però che non può mai essere protetta “di per sé”, ma solo in funzione della sua applicazione concreta. Vi si legge: «L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico si basano su modelli computazionali e algoritmi …. che sono di per sé di natura matematica astratta, indipendentemente dal fatto che possano essere “addestrati” basandosi su dati di addestramento» e pertanto esclude che questi modelli siano di per sé brevettabili. Viceversa, quando un metodo di natura matematica viene applicato per raggiungere un effetto tecnico, si può brevettare ma solo in funzione di detto risultato concreto. Si legge ancora nelle Guidelines: «L’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico trovano applicazioni in vari campi della tecnologia. Ad esempio, l’uso di una rete neurale in un apparecchio di monitoraggio cardiaco allo scopo di identificare battiti cardiaci irregolari apporta un contributo tecnico. La classificazione di immagini digitali, video, segnali audio o del linguaggio basata su caratteristiche di basso livello (ad esempio, bordi o attributi dei pixel per le immagini) sono ulteriori tipiche applicazioni tecniche degli algoritmi di classificazione». Pertanto, i sistemi di intelligenza artificiale possono essere brevettati se sono funzionali al raggiungimento di uno scopo tecnico specifico. Esattamente, che cosa si brevetta? Gli esperti sono d’accordo che l’intelligenza artificiale possa essere brevettata da diversi punti di vista. In particolare, si possono brevettare il metodo di addestramento dell’AI, il software che esegue questo metodo, e l’apparato che utilizza un sistema di intelligenza artificiale adeguatamente addestrato per raggiungere un certo risultato tecnico. Se si vuole brevettare il metodo, la tutela viene offerta a uno specifico metodo, implementato attraverso un computer, che comprende una serie di fasi dettagliatamente descritte, per istruire una rete neurale da utilizzare per ottenere un determinato risultato tecnico. Il fatto che il metodo sia attuato con un hardware e che serva per ottenere un risultato tecnico lo priva dell’astrattezza teorica e lo rende brevettabile. Anche se lo scopo è limitato, la protezione che si ottiene è molto alta. Si può brevettare anche il programma per computer che attua le fasi del metodo di cui abbiamo appena detto che viene utilizzato per raggiungere un risultato tecnico. Apparentemente sembra che si tratti della stessa protezione, ma se c’è una contraffazione, nel primo caso si può aggredire chi attua il metodo, nel secondo anche chi produce o vende il software che lo incorpora, con maggiori possibilità di successo. Infine, si può proteggere, brevettando una macchina che utilizza un sistema di intelligenza artificiale addestrato in un certo modo per ottenere un determinato risultato tecnico. Insomma, le possibilità di tutela sono molte e non è difficile prevedere che presto arriveranno sul tavolo degli esaminatori parecchie domande da esaminare. Grazie alle loro decisioni si inizierà a fare chiarezza su queste nuove tipologie di brevetto e sulla direzione che sarà assunta dai ricercatori dell’intelligenza artificiale.
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Kalliope: la voce al centro della digital transformation
Kalliope: la voce al centro della digital transformation
Nata nel 2006 come spin-off dell’Università di Pisa, NetResults si è posta fin da subito l’obiettivo di contribuire alla Digital Transformation dei team e delle aziende, migliorando i processi di comunicazione e team collaboration, facilitando la vita degli individui e le performance delle organizzazioni (in ottica B2E - Business to Employee).

Building the digital society

È in particolare il marchio Kalliope che, a partire dal 2008, inizia a farsi strada nel mercato ICT con il lancio della gamma di centralini VoIP Kalliope PBX, mettendo fin da subito la voce al centro del processo di digitalizzazione delle aziende, in ottica Industria 4.0 e Smart Working. Fedele alla promessa “Communication Made Easy”, nel corso degli anni Kalliope ha seguito gli sviluppi tecnologici e di mercato del mondo ICT, trasformandosi da semplice centralino in piattaforma di comunicazione integrata, sempre più orientata verso la diffusione della UCC (Unified Communication & Collaboration), ovvero verso l’integrazione di vari servizi real-time di comunicazione dalla Telefonia IP fino alla Video conference. Aspetto chiave delle VUI è l'importanza dell'intelligenza artificiale (AI)

VUI (Voice User Interfaces), CUI (Conversational User Interface), Intelligenza Artificiale e Machine Learning

Parlando di UCC non si ha quindi a che fare con un singolo prodotto ma con una architettura di sistemi telematici che si avvalgono di mezzi diversi raggiungibili attraverso un’unica interfaccia comune. Sul fronte delle interfacce le VUI (Voice User Interfaces) rappresentano un'evoluzione significativa rispetto alle tradizionali GUI (Graphical User Interfaces). Mentre le GUI si basano su interazioni visive tramite icone, bottoni e menù, le VUI consentono l'interazione attraverso comandi vocali, offrendo un'esperienza più naturale e intuitiva per gli utenti. Un aspetto chiave delle VUI è l'importanza dell'intelligenza artificiale (AI) e del machine learning. Queste tecnologie permettono ai sistemi di comprendere il linguaggio naturale, migliorare la precisione del riconoscimento vocale e adattarsi progressivamente alle preferenze degli utenti. L'AI consente alle VUI di gestire l'ambiguità e contestualizzare le richieste, mentre il machine learning aiuta a migliorare costantemente le prestazioni attraverso l'analisi dei dati d'uso. Il salto da GUI a VUI prevede però un passaggio obbligato attraverso lo sviluppo della CUI (Conversational User Interface), ovvero di un'interfaccia che consente all'utente di interagire con un sistema informatico attraverso il linguaggio naturale, simulando una conversazione simile a quella tra esseri umani. Questo tipo di interfaccia è particolarmente diffuso nei chatbot e negli assistenti virtuali avanzati, e può combinare testo, voce o entrambi per offrire risposte, eseguire comandi e facilitare le interazioni. Rispetto alle GUI e alle VUI, le CUI enfatizzano una modalità di comunicazione più fluida e intuitiva, cercando di rendere l'interazione con la macchina più naturale e colloquiale. Il funzionamento di un Voicebot in particolare è basato su algoritmi avanzati di machine learning e intelligenza artificiale che, grazie alla loro capacità di apprendimento continuo, diventano sempre più intelligenti ed efficienti nel tempo.  Le tre componenti principali del funzionamento sono: Riconoscimento Vocale: Il voicebot utilizza algoritmi di riconoscimento vocale avanzati per convertire il parlato umano in testo. Questo passo è cruciale, poiché consente al computer di “capire” ciò che stai dicendo. Elaborazione del Linguaggio Naturale (NLP): Dopo aver convertito il parlato in testo, il voicebot utilizza l’IA per comprendere il significato di ciò che hai detto. Questo significa che può riconoscere domande, comandi o richieste e rispondere in modo appropriato. Generazione di Risposta Vocale: Una volta che il voicebot ha compreso la tua richiesta, può generare una risposta vocale che verrà riprodotta attraverso altoparlanti o cuffie. Kalliope

Kalliope Lògos, Kalliope LAB e Progetto Jiminy

Grazie al grande know-how sulle CUI di Awhy - startup nata a Bologna nel 2015 e successivamente acquisita da NetResults - Kalliope si trova a mettere la voce al centro dei processi aziendali, con un ulteriore salto tecnologico che vede la creazione di Kalliope Lògos, la piattaforma che consente di interagire con i clienti, ricavando dalle conversazioni tutte le informazioni necessarie e di fatto sviluppando l’interfaccia vocale uomo-azienda. Chatbot e Voicebot sono infatti in grado di filtrare le richieste (in arrivo, ad esempio, a un help desk) interpretando il linguaggio naturale e guidando l’interlocutore alla creazione dei ticket. In sintesi, se le GUI sono centrali per compiti visivi e tattici, le VUI si distinguono per un'interazione più immediata, resa possibile dai progressi dell'AI, migliorando accessibilità e usabilità in molti contesti. È nel solco di questa evoluzione che Kalliope LAB - la divisione di Kalliope dedicata ai progetti di Innovation - sviluppa il progetto Jiminy cofinanziato da ARTES 4.0 (nome ispirato a “Jiminy Cricket, il “Grillo Parlante” di Pinocchio), che vuole rappresentare una svolta nell’adozione dell’intelligenza artificiale da parte delle piccole e medie imprese (PMI). L’obiettivo è chiaro: rendere accessibili le potenzialità dell’AI anche a quelle aziende che, a causa delle loro limitate risorse, faticano a stare al passo con i grandi concorrenti. Con Jiminy, si apre una nuova strada: lo sviluppo di un sistema di comunicazione aziendale intelligente che si adatta automaticamente alle esigenze dell’impresa. Il cuore del progetto è un Enterprise Virtual Assistant (EVA) che apprende direttamente dalle comunicazioni quotidiane tra clienti e azienda, senza necessità di un addestramento specifico da parte del personale. Ogni telefonata diventa una fonte preziosa di dati, da cui il sistema trae automaticamente informazioni per migliorare il servizio clienti e ottimizzare i flussi di lavoro, senza interrompere le normali attività. In un contesto dove la transizione digitale è fondamentale per restare competitivi, Jiminy offre un’opportunità concreta per colmare il divario con le grandi imprese, permettendo alle PMI di sfruttare l'AI in modo semplice, immediato e accessibile.
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Innovazione e creazione d’impresa al centro del Mediterraneo
Innovazione e creazione d’impresa al centro del Mediterraneo
È stato firmato l’accordo tra la Fondazione Ri.MED con sede a Palermo, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0, il Centro di Competenza ad alta specializzazione finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con sede principale in Toscana e un centro in Sicilia, per favorire la creazione di un partenariato strategico, culturale e scientifico, nel settore del cosiddetto One Health, il modello sanitario basato sull’integrazione di diverse discipline. L’obiettivo dell’accordo è creare un riferimento per la comunità di ricerca internazionale e per favorire la crescita del tessuto produttivo del Sud Italia. L’intesa prevede una cooperazione nei campi della medicina e della bioingegneria, integrando con il trasferimento tecnologico ricerca biomedica e tecnologie bioniche, bioingegneria, robotica e intelligenza artificiale, per mettere a sistema conoscenze complementari, infrastrutture e competenze in aree di reciproco interesse nel settore One Health.

Accordo tra ARTES 4.0 Fondazione Ri.MED e Istituto di BioRobotica della Scuola Sant’Anna

Punti rilevanti dell’accordo sono l’individuazione di profili di ricercatrici, ricercatori e di coordinatrici e coordinatori di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, la promozione di programmi di ricerca congiunti, la progettazione congiunta di nuovi laboratori e la promozione di iniziative, promosse dalle istituzioni firmatari, come progetti di ricerca, workshop e convegni, lo scambio di personale di ricerca, la promozione del trasferimento Tecnologico, la creazione di aziende spin-off grazie alle attività congiunte. "Questa importante collaborazione è strategica per l’intero bacino del Mediterraneo, che può diventare trampolino di lancio di nuove tecnologie e nuove imprese a sostegno del benessere e della salute della persona umana. Vogliamo essere protagonisti di un nuovo paradigma di sviluppo che attraverso la tecnologia e la creazione di impresa lanci la Sicilia e il Sud come guida e non follower di una nuova crescita”, commenta Paolo Dario, direttore scientifico del Centro di Competenza ARTES 4.0, professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna e ispiratore dell’iniziativa, che prosegue così: “Coordinando uno European Digital Innovation Hub sui temi della sostenibilità e ‘human-centric’, ARTES 4.0 potrà contribuire a dare una dimensione europea al trasferimento tecnologico sostenendo lo sviluppo di innovazione e la competitività delle nuove imprese nate in Sicilia in una dimensione internazionale”. “Il mondo è cambiato e continua a cambiare sempre più velocemente, per questo motivo è molto importante contribuire a creare una nuova generazione di innovatrici e di innovatori in grado di confrontarsi con sfide scientifiche e tecnologiche, e orizzonte internazionale” sottolinea Cesare Stefanini, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. “Vogliamo – aggiunge - da un lato favorire scambi con ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti e promuovere la partecipazione sempre maggiore a progetti globali, dall’altro intervenire in modo concreto nello sviluppo di territori dalle enormi potenzialità, come la Sicilia, favorendo la formazione di competenze e collaborando col mondo produttivo grazie ad attività che possano contribuire alla sostenibilità socioeconomica dell’Italia e in questo caso del Sud Italia in particolare. In Ri.MED abbiamo trovato un interlocutore dalla grande affinità culturale e di visione, e siamo sicuri che la collaborazione porterà frutti di rilievo e qualità per tutte le parti". “Siamo alle soglie di un futuro che si giocherà sul rapporto tra esseri umani, salute e ambiente: la bioingegneria e le biotecnologie offrono opportunità straordinarie e la Sicilia è il luogo ideale per studiare la relazione tra uomo e ambiente” dichiara Giulio Superti-Furga, direttore scientifico di Ri.MED e direttore designato del centro di ricerca Ri.MED in fase di realizzazione in provincia di Palermo. “Nel centro Ri.MED studieremo l’interazione tra salute umana e ambiente secondo un approccio One Health - dagli effetti della vita vicino al mare, fino all’impatto della dieta Mediterranea sul microbioma - concentrando la ricerca su alcuni organi e sulle patologie ad essi connesse: polmoni e malattie respiratorie, fegato e malattie metaboliche, cuore e patologie cardiovascolari, etc., grazie anche all’integrazione di competenze con il nostro partner clinico IRCCS ISMETT, specializzato in trapianti e cure delle malattie terminali d’organo. L’accordo firmato oggi apre nuovi entusiasmanti scenari di applicazione tecnologica nell’ambito life science e di opportunità di crescita per questo territorio”.
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Sicurtech Expo Bologna: sicurezza e innovazione con Artes 4.0
Sicurtech Expo Bologna: sicurezza e innovazione con Artes 4.0

Lunedì 30 settembre, la Direttrice Esecutiva di Artes 4.0, Francesca R. Tonini, aprirà nei saluti istituzionali Sicurtech Expo Bologna. Si tratta di una iniziativa in tema di sicurezza sul tema L’ingegneria della Sicurezza Antincendio “Fire Safety Engineering”  - Innovazione e Tecnologie.

Una importante giornata di confronto sul tema dalla Sicurezza Antincendio promosso da Sicurtech Expo Bologna 2024. È un evento itinerante dedicato all’approfondimento di temi critici per la sicurezza antincendio del nostro Paese, organizzato dall’Associazione UMAN di Anima Confindustria e con il Comitato Scientifico FIRE di Remtech Expo, di cui la DE Francesca Tonini è membro.

Con gli obiettivi di:

  • ampliare la collaborazione tecnico-scientifica e il confronto sui temi della sicurezza tra istituzioni, imprese, professionisti e operatori,
  • definire soluzioni tecniche che possono essere adottate per il raggiungimento dei requisiti di sicurezza in tutti gli ambiti,
  • diffondere una cultura della sicurezza antincendio e del supporto che la tecnologia 4.0 e 5.0 può fornire per il superamento dei requisiti minimi di sicurezza,

l’evento del Sicurtech Expo Bologna indagherà sulla Evoluzione della Prevenzione Incendi: Dalla Fire Safety Engineering alla IA con una tavola rotonda sul tema alla quale, dopo i saluti istituzionali di apertura, parteciperà la stessa Direttrice Esecutiva di ARTES 4.0.

Sicurtech Expo Bologna 2024 è un’occasione per esaminare come le tecnologie avanzate, come l'intelligenza artificiale e la digitalizzazione dei processi, possano essere integrate nella gestione della sicurezza antincendio. L’applicazione dell’IA promette di rivoluzionare il modo in cui vengono identificati e gestiti i rischi. Lo fa migliorando la capacità di prevenzione e intervento nelle emergenze. Attraverso l’uso di algoritmi predittivi, sistemi di monitoraggio in tempo reale e simulazioni avanzate, la Fire Safety Engineering si sta evolvendo per rispondere alle sfide sempre più complesse della sicurezza contemporanea con l'obiettivo di creare un terreno fertile per soluzioni innovative che saranno al centro della discussione durante l'evento.
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