Il mercato dell’industria 4.0 in Italia ha raggiunto nel 2019 un valore pari a quasi 4 miliardi di euro, confermando un trend in forte crescita solo in parte rallentata nel corso del 2020 dall’incertezza generata dalla situazione pandemica in atto.
Gli investimenti in Industria 4.0 portano con sé forme di valore articolate e complesse che chiamano in causa il bisogno stringente di adeguati strumenti di supporto alle decisioni.
È da qui che trae origine lo sviluppo del modello denominato “ROI 4.0”.
Perché è necessario valutare la creazione di valore in Industria 4.0?
Gli investimenti per innovare la fabbrica e renderla digitale sono oggigiorno un must-do, necessario a garantire competitività nel lungo periodo.
L’integrazione delle tecnologie di produzione (Operational Technologies, OT) e delle moderne tecnologie digitali (Information Technologies, IT) consente la creazione di un modello di Fabbrica Intelligente di cui il software industriale è uno dei layer primari.
I benefici che possono essere conseguiti grazie ad investimenti in tecnologie digitali sono molteplici. Ad esempio, le aziende possono:
- Ottenere una maggiore flessibilità a seguito di una “automazione intelligente” con la possibilità di sviluppare a costi ridotti produzioni personalizzate;
- Arrivare sul mercato con nuovi prodotti e servizi in tempi più rapidi;
- Controllare i processi di trasformazione incrementando la qualità della produzione e ottenere una maggiore produttività di tutti i fattori (impianti, lavoro, energia, etc.) attraverso, ad esempio, una riduzione di tempi ed errori.
Una maggiore competitività di prodotti digitali, intelligenti e interconnessi (smart product) grazie a maggiori funzionalità consente infine l’erogazione di servizi digitali (digital services) ad alto valore aggiunto per clienti e utilizzatori finali.
Per le aziende diviene così fondamentale investire in tecnologie digitali ed essere in grado di creare valore nei nuovi contesti di business.
Ma come possono le aziende scegliere tra le molteplici tecnologie abilitanti e i vari software digitali disponibili sul mercato?
Come possono quantificare e valutare i benefici ottenibili/ottenuti dagli investimenti in tali tecnologie?
La stima ex-ante del valore creato tramite investimenti in tecnologie digitali è importante per decidere gli investimenti da compiere.
Tuttavia la valutazione finanziaria dei benefici intangibili associati agli investimenti digitali in particolare è ancora un'area problematica di grande rilevanza per i decisori.
Di conseguenza, tali decisioni di investimento spesso sono ancora prese come un "atto di fede" rispetto ai potenziali benefici delle nuove tecnologie.
A ciò si aggiunge la necessità di identificare delle misure che permettano, nel corso della vita utile dell’investimento, di controllare se le performance stimate si traducono in risultati.
Pertanto le aziende hanno bisogno di poter valutare la convenienza ad effettuare gli investimenti ma non sempre dispongono di informazioni e strumenti adeguati, soprattutto nel caso di aziende di piccole e medie dimensioni.
Gli investimenti digitali sono necessari ma costosi e renderne visibili i vantaggi è problematico.
D’altra parte, nel contesto attuale italiano, la maggioranza delle aziende che investe in tecnologie Industry 4.0 tende a dare per “certa” la variazione positiva dei margini economici ritenendo che l’unico ostacolo verso l’acquisizione di vantaggi competitivi sia la sostenibilità finanziaria dell’investimento.
Tuttavia, questa è solo una parte della storia.
È importante un’evoluzione dell’approccio manageriale e degli strumenti a sostegno delle decisioni per apprezzare tutti gli effetti di una tecnologia digitale – consapevolezza è forza!
Come è possibile farlo?
Le tecnologie di Industry 4.0 portano con sé ben altre forme di valore rispetto al semplice upgrade tecnologico generando effetti sia su variabili di processo (costi, qualità, tempi e volumi), sia sullo sviluppo sempre più pervasivo di fattori intangibili che impattano sul “Capitale Intellettuale” dell’azienda.
Avere consapevolezza in merito agli effetti economici complessivi che l’azienda può generare implica il ricorso ad un nuovo modo di valutare l’investimento che racchiuda in sé sia l’impatto delle nuove tecnologie sui processi aziendali, sia le potenzialità economico-finanziarie.
In questo contesto si inserisce la proposta elaborata da un gruppo di ricercatori di Università di Pisa, Scuola Superiore Sant’Anna e Università di Firenze, che hanno sviluppato il modello denominato “ROI4.0” per valutare il ritorno economico sull’investimento in tecnologie digitali.
Il modello è stato sviluppato nell’ambito del progetto PRIN2015, “L’evoluzione dei Cost & Performance Management Systems per le sfide di cambiamento e di competitività nelle PMI manifatturiere Italiane” e realizzato a stretto contatto con le aziende. Grazie al supporto di ANIE Automazione, è stato elaborato un white paper che descrive il modello di ROI4.0 e che può essere scaricato al seguente link:
Il modello si distingue dai tradizionali approcci alla determinazione del ROI (Return On Investment) per i seguenti aspetti:
- Integra, mediante la formula del reddito residuale, la misura del ritorno sull’investimento (ROI) con il costo del capitale dell’investimento;
- Consente di ottenere un risultato analogo al metodo del valore attuale netto, ma permette una più agevole verifica della creazione di valore di periodo sia a preventivo, sia a consuntivo;
- Integra le tradizionali variabili monetarie (costi, ricavi, capitale investito) con le misure di prestazione dei processi aziendali (volumi, qualità, costi, tempi);
- Considera gli impatti dell’investimento in Industry 4.0 sulle risorse intangibili che, di solito, non è possibile tradurre in valori monetari attendibili.
Il modello consente dunque di valutare il ritorno complessivo sull’investimento convertendo i benefici raggiunti in variazioni di ricavi, costi, tempi e qualità.
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Come funziona il modello ROI4.0?
La condizione necessaria per creare valore economico, cioè aumentare il capitale economico, è che vi sia un rendimento degli investimenti effettuati superiore al costo del capitale (proprio e di terzi) utilizzato per finanziare tali investimenti.
Le variabili che possono avere un impatto su tale condizione sono definite “value driver” e possono essere sia monetarie sia non monetarie.
Il modello di ROI4.0 si basa su una rappresentazione dei value driver articolata su tre differenti livelli. Il punto di partenza è rappresentato dagli investimenti in tecnologie Industry 4.0.
Tali investimenti hanno un impatto sull’ammontare del capitale investito e sulle prestazioni dei processi come, ad esempio, lo sviluppo dei nuovi prodotti, il testing dei prodotti, la manutenzione, la formazione del personale, la produzione ecc.
Le prestazioni dei processi, misurate facendo riferimento a volumi e qualità dell’output, tempi e costi di svolgimento dei processi, a loro volta determinano cambiamenti nei value driver dei livelli superiori.
È possibile identificare la seguente sequenza:
- Terzo livello: I value driver collocati al terzo livello rappresentano le prestazioni dei processi che sono misurate in modo differenziale, ossia evidenziando, ad esempio, le variazioni dei costi di processo (come la riduzione dei costi di manutenzione) oppure dei tempi di svolgimento del processo (ad esempio riduzioni dei tempi del processo di sviluppo nuovi prodotti) a seguito dell’adozione di tecnologie digitali.
- Secondo livello: Al secondo livello dei value driver si consolidano gli effetti degli investimenti sui volumi (di vendita e di acquisto) sommando i dati ottenuti a livello dei processi (terzo livello). Inoltre si individuano i relativi prezzi (di vendita e di acquisto) corrispondenti a tali volumi, le politiche di dilazione (crediti e debiti di fornitura) e, se possibile/rilevante, si convertono i miglioramenti sul fronte della variabilità indesiderata dell’output dei processi, in riduzioni del rischio operativo e quindi del costo medio ponderato del capitale.
- Primo livello: Successivamente, mediante le grandezze determinate al secondo livello, si stimano gli impatti su costi totali, ricavi totali, capitale investito e, eventualmente, costo medio ponderato del capitale.
In sintesi
Il modello di ROI4.0 è stato realizzato a stretto contatto con le aziende, ed è in fase di ulteriore sviluppo.
Se sei interessato al modello e vorresti sperimentarne l’implementazione, il gruppo di ricerca sarà felice di fissare un incontro!
Hai già visitato la sezione Media del nostro sito? In questa pagina puoi trovare tutti i webinar organizzati da ARTES 4.0 con la partecipazione con Partner prestigiosi.
Scritto da
Riccardo Giannetti
Riccardo Giannetti è professore associato di Economia Aziendale al Dipartimento di Economia e Management dell'Università di Pisa. Si occupa di Value Based Management, cost management e misurazione delle performance nel settore pubblico e privato, aree dove ha svolto ricerche nazionali e internazionali. E’ stato Responsabile di Unità di ricerca del progetto PRIN2015 all'interno del quale è stato sviluppato il modello ROI4.0.
Scritto da
Mario Rapaccini
Mario Rapaccini è professore associato di Gestione dell’Innovazione al Dipartimento di Ingegneria Industriale dell'Università di Firenze. Si occupa di digital transformation e servitizzazione delle imprese manifatturiere. Su questi temi, ha numerose collaborazioni con imprese globali. E’ stato Responsabile di Unità di ricerca del progetto PRIN2015 all'interno del quale è stato sviluppato il modello ROI4.0.
Scritto da
Lino Cinquini
Lino Cinquini è professore ordinario di Economia Aziendale all'Istituto di Management della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. Si occupa di controllo di gestione, cost management, gestione strategica dei costi e misurazione delle performance nel settore pubblico e privato, aree dove ha svolto ricerche e pubblicato in riviste nazionali ed internazionali. E’ stato Principal Investigator del progetto PRIN2015 all'interno del quale è stato sviluppato il modello ROI4.0. E' Editor-in-Chief di Journal of Management and Governance.
Gli altri componenti del Research Team ROI4.0 sono:
- Cosimo Barbieri (Università di Firenze) http://smartindustry.unipi.it/profilo_studente/cosimo-barbieri/
- Cristina Campanale (Università di Pisa) https://unimap.unipi.it/cercapersone/dettaglio.php?ri=149580
- Andrea Dello Sbarba (Università di Pisa) https://unimap.unipi.it/cercapersone/dettaglio.php?ri=109834&template=dettaglio.tpl
- Alessandro Marelli (Università di Teramo) https://www.unite.it/UniTE/Docente/Doc/amarelli
- Sara Giovanna Mauro (Scuola Superiore Sant’Anna) https://www.santannapisa.it/it/sara-giovanna-mauro
- Paolo Morabito (ARTES) https://www.linkedin.com/in/paolo-morabito-6864241a4/
- Andrea Tenucci (Scuola Superiore Sant’Anna) https://www.santannapisa.it/it/andrea-tenucci