In questo articolo scoprirai cosa è il Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali, quali sono le aziende che possono beneficiarne e in che modo.
Il piano Transizione 4.0, la nuova politica industriale che va a sostituire Industria 4.0, si è posto vari nobili obiettivi, e tra questi i più tangibili sono sicuramente due: prendere un impegno di durata pluriennale e stabile su cui le aziende possano contare per programmare i propri investimenti, e anticipare il momento di fruizione del beneficio.
Gli incentivi del Piano Transizione 4.0
Lo strumento incentivante “privilegiato” dal piano Transizione 4.0 è il credito di imposta, che è di tre tipologie:
- Credito d'imposta per investimenti in Beni Strumentali;
- Credito d'imposta in Ricerca e Sviluppo, Innovazione e Design;
- Credito d’imposta per Formazione 4.0.
Il motivo della semplificazione ad un unico strumento è che questa scelta soddisfa molti requisiti:
- il Ministero dello Sviluppo Economico è riuscito a fare una programmazione pluriennale ed a prendere un impegno valido per un triennio (2020-2022);
- è un modo di semplificare (sappiamo quanto ne abbiamo bisogno), e lascia poco spazio all’incertezza;
- rende automatiche le misure e l’utilizzo di compensazione, senza alcun limite;
- grazie al meccanismo della compensazione rende subito fruibile il beneficio (già dal gennaio dell’anno successivo all’investimento);
- è utilizzato per incentivare la crescita di competenze, il focus sulla sostenibilità e gli investimenti in digitalizzazione.
Oggi esaminiamo da vicino il Credito di imposta per i beni strumentali.
Il Credito di imposta per investimenti in Beni Strumentali
Il riferimento preciso è: comma 185 al 197 della legge di bilancio 2020.
Esso ha mandato in pensione dal 1° gennaio 2020 il super ammortamento e l’iper ammortamento (anche se quest’ultimo resta in vigore per gli investimenti in “beni strumentali” prenotati al 31 dicembre 2019 per i quali sia stato versato un acconto pari almeno al 20% del costo del bene).
Oggetto del credito di imposta è l’investimento in beni strumentali nuovi per stabilimenti in Italia.
Vediamone le diverse tipologie di investimenti agevolabili, l’intensità di aiuto e i massimali di costo:
Beni materiali strumentali nuovi |
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Beni materiali strumentali nuovi tecnologicamente avanzati | Elencati nell’allegato A alla legge di Bilancio 2017:
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Beni immateriali strumentali funzionali ai processi di trasformazione 4.0 | Elencati nell’allegato B alla legge di Bilancio 2017:
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Quali aziende ne possono beneficiare?
Il Credito di Imposta per investimenti in Beni Strumentali è applicabile a tutte le imprese residenti nel territorio italiano, di qualsiasi forma giuridica e dimensione, settore di appartenenza e regime fiscale.
Le esclusioni sono relative ai soggetti:
- che hanno procedimenti concorsuali in corso quali liquidazione volontaria, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, fallimento o altro;
- nei confronti dei quali sono state emesse sanzioni amministrative interdittive.
Ottenere il beneficio è semplicissimo
Il beneficio è molto semplice da ottenere: basta la compensazione nel modello F24.
Inoltre, rispettando poche e semplici regole non è soggetto a limiti annuali di compensazione.
In particolare:
- Deve essere compensato in 5 quote annuali di uguale importo (ridotte a 3 per investimento in beni immateriali).
- Decorre dall’anno successivo a quello di messa in funzione del bene (o la data di interconnessione, tipicamente uguale o successiva a quella di messa in opera, per i beni 4.0).
- Deve essere effettuata una comunicazione al MISE.
- Solo nel caso di beni tecnologicamente avanzati e immateriali, serve una perizia tecnica semplice che confermino l’appartenenza dei beni agli elenchi negli allegati A e B, e la loro interconnessione ai sistemi di gestione della produzione; e sotto i 300.000 euro di valore unitario basta la dichiarazione resa dal legale rappresentante.
Cumulabilità totale con altre agevolazioni
È importantissimo sottolineare che il Credito di Imposta è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano a oggetto i medesimi costi (l’unico limite è quello di non superare il 100% del costo sostenuto).
Per questo motivo risulta utilissimo valutare anche altre forme di agevolazione, spesso presenti ma variabili da Regione e Regione (per esempio per gli investimenti a noi più cari, quelli in Tecnologie 4.0).
Infatti, l’iper ammortamento o il super ammortamento, per i loro meccanismi di funzionamento, creavano un beneficio solo per le aziende che conseguono redditi imponibili positivi, e non a quelle in perdita o con perdite fiscali pregresse.
Il credito d’imposta è invece un vero e proprio credito tributario, commisurato agli investimenti effettuati, che viene portato in compensazione di versamenti dovuti per tutte le imposte e contributi.
Per essere sfruttato non necessita di un bilancio in utile e ha come conseguenza immediata un beneficio sul fronte della liquidità.
La Certezza del beneficio per la pianificazione degli investimenti
Il Governo si è impegnato a “mettere nero su bianco la triennalizzazione del piano Transizione 4.0” e anche ad “aumentare le soglie di investimenti incentivabili con il credito di imposta o le percentuali di beneficio fiscale”.
Questo è quanto detto dal ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli in una recente intervista al Sole 24 Ore (clicca qui per leggere l'articolo).
Contando quindi su un incremento dell’effetto incentivante, suggeriamo caldamente di fare buon uso di questa leva di liquidità per fare gli investimenti giusti.
Ciò significa non necessariamente investire in nuovi macchinari, ma piuttosto provvedere alla digitalizzazione di quelli esistenti, poiché spesso non è necessario un grande investimento per rendere le fabbriche più smart e interconnesse.
Se volete approfondire come, contattateci.