MAXRES, un’azienda nata a conduzione familiare
MAXRES è una piccola azienda di Città di Castello, in Umbria, che nasce a conduzione familiare. L’operatività dell’azienda è in una fase iniziale basata sull’interazione con strutture esterne per parte della trasformazione a prodotto finito. Inizialmente con quindici dipendenti, l’azienda caratterizza la sua produzione, prevalentemente, in allestimenti per camper e arredamento per esterni da giardino. Nel mercato di nicchia, quale è quello degli arredi interni per camper come materassi e cuscini e quello degli arredi da giardino, MAXRES ha una leadership con un posizionamento importante che la vede insieme a pochissimi altri competitor fornitrice principale di aziende di primaria rilevanza nei settori dei camper e degli arredi da esterno.
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Video a cura di: Raffaele Piciché: Videomaker & Motion Graphics Designer ARTES 4.0.
Management strutturato e nuova visione
Negli ultimi anni l’azienda ha avviato un percorso di trasformazione strutturando il suo management, in un nuovo modello di gestione di processo e controllo di qualità che ha consentito di ottimizzare i flussi aziendali e decisionali, di realizzare una maggiore flessibilità nella produzione e la capacità di rispondere in modo dinamico ai cambiamenti del mercato, nella logica di Industria 4.0. Gli obiettivi erano chiari: definire strategicamente il core business e chiudere tutte le attività non in quel momento monitorabili che se ne allontanavano pesando sul risultato finale; stabilire criteri di tracciabilità e misurabilità degli output aziendali implementando una nuova visione manageriale; inglobare le risorse utili all’operatività aziendale attivando un processo di insourcing di tutte le attività di core business e azzerando, o quasi, la voce “lavorazione conto terzi”; completare la riorganizzazione innalzando gradatamente il livello qualitativo delle competenze disponibili e introducendone di nuove, e al contempo motivando il personale confermato con assunzioni a tempo indeterminato anziché ricorrere a rinnovi interinali. Parla Alessandro Satta, il Temporary Manager coinvolto nella visione innovativa: “La grande disponibilità al cambiamento che ha dimostrato MAXRES da una parte ha consentito un maggior livello di resilienza, dall’altra anche una maggiore soddisfazione dei propri dipendenti che, a fronte dei migliori risultati, sono stati incentivati e premiati. Un modello anche culturale che in qualche misura e in piccolo ricalca quello Cucinelli: in cui i dipendenti non sono semplice manovalanza ma prezioso capitale umano da coltivare e far crescere insieme alla realtà aziendale. L’azienda ha nel tempo sviluppato una “carta dei valori” in cui l’etica, in particolare nel rapporto con i propri collaboratori, che li rende parte di un obiettivo comune e partecipi della crescita dell’azienda stessa, ha assunto un ruolo di primaria importanza. L’esercizio 2022 sarà oggetto di test per un criterio di co-responsabilità fra gli addetti alla produzione che abbiamo denominato ‘isonomia MAXRES’: alterneremo cioè, su input del responsabile alla produzione, tutti gli addetti alla produzione come responsabili operativi delle fasi produttive con cadenza mensile. E allo stesso tempo anche la relazione con il tessuto socio-economico del territorio ha acquisito un ruolo strategico in un nuovo approccio all’innovazione.”
L’importanza di investire in ricerca e innovazione
Oltre a una migliore strutturazione e al consolidamento del core business, l’azienda ha anche compreso l’importanza di investire in ricerca e innovazione, indagando nel territorio l’importanza di nuovi mercati: nella consapevolezza che la collaborazione con l’università, in particolare, è un’opportunità per lanciare nuovi prodotti ad alto contenuto tecnologico. La riorganizzazione dell’intero sistema di management ha in prima istanza realizzato risultati che hanno consentito di allocare nuove risorse, umane e finanziarie, nella direzione della R&S: conditio sine qua non per assecondare velocità – qualità - quantità di un mercato globale. Continua Alessandro Satta:
“Quando lavoravo in Filo D’Oro, che produceva calze, la sfida dei collant con licra è stata una scommessa vincente, una innovazione davvero radicale che ha reso i collant più resistenti, duraturi e con una migliore e maggiore elasticità: una discontinuità tecnologica che ha decretato lo sviluppo di Filo D’Oro e scritto la storia industriale del paese. In MAXRES volevamo fare altrettanto”.
Il contratto con la Scuola Superiore Sant’Anna e con ARTES 4.0
L’idea di base di MAXRES era quella di realizzare un materasso intelligente per garantire benessere, comfort e qualità del sonno, introducendo un’innovazione radicale nel settore home & personal care 4.0: a settembre 2019 MAXRES firma il primo contratto di ricerca con l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Si arriva a un primo prototipo: un sistema in scala di un materasso che dimostra adattamento rispetto alle sollecitazioni esterne. L’obiettivo del progetto era quello di realizzare un prodotto nuovo che avesse un forte carattere di innovatività rispetto a quelli presenti sul mercato, fino a quel momento in grado di memorizzare nelle varie zone del materasso la postura relativa alla conformazione fisica e all’anatomia, allo scopo di dare una migliore ergonomia nel sonno. Superando i concetti, fino ad allora innovativi, di rigidezza fissa nel tempo o adattamento passivo mediante tecnologia memory, si voleva adesso trovare una conformazione dinamica del materasso, adattabile in tempo reale al corpo durante il sonno e alle esigenze delle persone, assicurando l’ergonomia nella postura. Spiega Calogero Oddo, responsabile scientifico della commessa: “Il nostro scopo è stato quello di realizzare un materasso, con varie possibilità di personalizzazione, che introducesse al suo interno intelligenza artificiale e tecnologie biomeccatroniche e biorobotiche, innovative, di adattamento selettivo spazio – variante e tempo – variante. Si è arrivati così, nel corso del 2021, al deposito di un brevetto, basato su un’innovativa valvola deformabile per integrare una logica intelligente di controllo all’interno del materasso, e di altri titoli di protezione della proprietà intellettuale, congiuntamente con l’azienda. Oltre a ciò, la collaborazione con l’università ha garantito all’azienda di convalidare attraverso il metodo scientifico la tecnologia e l’innovazione che ne consegue. La produzione scientifica e le pubblicazioni, un plus fortemente voluto nel capitolato tecnico da parte dell’azienda stessa, accreditano infatti e danno fondamento a quanto sviluppato, secondo il modello denominato science based engineering”. Il passaggio successivo è stato quello di porsi l’obiettivo di trasformare il prototipo in un prodotto quasi pronto per il mercato home & personal care sul quale avrà un impatto significativo, in linea con il ruolo di ARTES 4.0 per le imprese. Una fase, questa, che si è appena aperta con la firma di un nuovo contratto, siglato a dicembre 2021.
I risultati del progetto e i nuovi posti di lavoro
Dopo il brevetto, che condurrà a un nuovo e innovativo prodotto sul mercato, una app per smartphone sarà l’interfaccia nella gestione del materasso 4.0 e fornirà anche un servizio in cloud per aggiornare le configurazioni di personalizzazione ed eventualmente condividerle con la community. Il nuovo materasso intelligente sarà pluricertificato per garantire un’ampia profondità di offerta, dalle famiglie al settore sanitario. Inoltre, le tecnologie abilitanti sviluppate avranno ulteriori applicazioni al fine di introdurre esperienze immersive e comfort in diversi scenari della vita quotidiana, dall’automotive al cinema 4D dal divano di casa.
MAXRES ha implementato un’unità locale all’interno dell’ecosistema innovativo di cui fanno parte l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e l’Hub del Centro di Competenza ARTES 4.0, a Pontedera in provincia di Pisa, credendo molto nella forza della vicinanza con centri di eccellenza in R&S, all’interno della quale operano due ingegneri assunti a tempo indeterminato, Federica Durini e Giuseppe Terruso. Altrettanto hanno fatto la Scuola Superiore Sant’Anna e ARTES 4.0 mettendo a disposizione del team alcune risorse: Mariangela Filosa, ingegnera e dottoranda di ricerca in Biorobotica, responsabile del coordinamento delle attività di innovazione del gruppo di ricerca, Domenico Camboni (tecnologo) e Giacomo D’Alesio (assegnista di ricerca) per il Sant’Anna; e Mattia Dimitri e Gaspare Santaera, contrattisti di ARTES 4.0 assunti dal Macronodo Sant’Anna con budget della commessa.
L’analisi dell’esperienza
Il rapporto a TRL (technology readness level) basso con la Scuola Superiore Sant’Anna, e in particolare con l’Istituto di BioRobotica, socio di ARTES 4.0, ha dimostrato all’azienda la fattibilità della commessa con lo sviluppo di un prototipo funzionante che ha generato brevetti e proprietà intellettuale. L’azienda ha com’è naturale un focus sul mercato, ed è a prototipo pronto che la partnership con ARTES 4.0 le consente di lavorare a TRL alti, ingegnerizzando il prototipo e traghettando la tecnologia sviluppata nei laboratori del Sant’Anna verso il mercato, con il supporto necessario ad ogni passo, dai test, alle certificazioni, alla ricerca di eventuali finanziamenti. Una partnership, tra azienda, università e centro di competenza, che si dimostra vincente nel realizzare la commessa dell’azienda senza snaturare la missione istituzionale dell’università in un progetto di collaborazione con l’impresa che consente di affrontare le sfide tecnico scientifiche di ricerca applicata, ma che demanda poi ad ARTES 4.0 il compito di sviluppare il prodotto e affiancarne il percorso fino alla soglia del mercato. Conclude Paolo Dario, Direttore Scientifico di ARTES 4.0: “questo progetto si fonda sulla sinergia tra tre fattori: l’esistenza di imprese come MAXRES, leader nel proprio settore e pioniere nell’aprire nuovi orizzonti tecnologici e industriali, la presenza di competenze universitarie di altissima qualità, come quelle della Scuola Superiore Sant’Anna, per rispondere a sfide tecnologiche complesse sulla base di solide fondamenta nella ricerca scientifica di eccellenza, e la connessione tra ricerca fondamentale e innovazione industriale per promuoverne l’impatto socio-economico grazie ai Centri di Competenza come ARTES4.0. Una sfida che potrebbero raccogliere tante, tantissime aziende come MAXRES”.