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Come i Competence center stanno usando 113 milioni del PNRR

03/05/24 10:52

Come i Competence center stanno usando 113 milioni del PNRR
A un anno dal rifinanziamento dei Competence Center con le risorse del PNRR (113 milioni in tutto), facciamo il punto su come gli otto centri di competenza sull’Industria 4.0 stanno impiegando i 100 milioni destinati a cofinanziare i progetti di innovazione delle imprese e a erogare servizi a condizioni agevolate.
Poco più di un anno dall’avvio della “fase due” dei Competence Center, in cui i centri di trasferimento tecnologico sono stati rifinanziati con 113,4 milioni di euro e sono diventati soggetti attuatori del PNRR con il compito di destinare 100 milioni di euro al cofinanziamento dei progetti di innovazione delle imprese e all’erogazione di servizi a condizioni agevolate, abbiamo voluto fare il punto su come sono state finora impiegate le risorse. Innovazione tecnologica Dopo l’emanazione del decreto del 10 marzo 2023, le risorse per gli otto centri di competenza sono state assegnate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy sulla base di una serie di Convenzioni siglate nell’estate del 2023, che hanno tenuto conto, nella ripartizione di questi 113,4 milioni, della capacità di spesa dei centri e assegnato loro degli obiettivi da riportare poi in sede di rendicontazione della spesa delle risorse del PNRR. Ricordiamo anche che 13,4 milioni sono stati destinati a completare il finanziamento delle strutture di cui si sono dotati i Competence Center, mentre 100 milioni sono stati destinati al co-finanziamento dei progetti di innovazione delle imprese e alla nuova attività nata proprio lo scorso anno, cioè l’erogazione di una serie di servizi alle imprese con sconto in fattura che, in alcuni casi, poteva arrivare fino al 100% per le PMI. Qui di seguito vi raccontiamo come hanno finora investito queste risorse tutti gli otto Competence Center. Come vedrete, nel corso del 2024 tutti completeranno l’erogazione delle risorse assegnate, in netto anticipo con la scadenza prevista nel 2025. Abbiamo però chiesto ai responsabili delle otto strutture di raccontarci anche che tipo di imprese ha fruito maggiormente di bandi e servizi, quali territori sono stati serviti maggiormente (ricordiamo che i Competence Center hanno tutti rilievo nazionale) e quali servizi sono risultati più attraenti. L’ordine in cui ve li proponiamo parte dal Bi-Rex, che è il Centro che ha ricevuto il finanziamento più rilevante (18 milioni di euro) e si conclude con MedITech, che ha ricevuto 10,1 milioni.
Artes 4.0, il Competence Center focalizzato su “Advanced Robotics and enabling digital Technologies & Systems 4.0”, situato a Pontedera (in provincia di Pisa), ha ricevuto in dotazione dal Ministero 11,8 milioni di euro a valere sulle risorse del PNRR. Circa 9,3 milioni di euro sono stati destinati al sostegno dei progetti d’innovazione delle imprese attraverso un bando aperto la scorsa estate e rivolto a micro imprese, PMI, startup e grandi aziende. La grande partecipazione delle imprese ha fatto sì che i fondi si esaurissero ancora prima del termine per la presentazione delle progettualità (marzo 2024). “Abbiamo avuto molte richieste di finanziamento, le abbiamo valutate e abbiamo selezionato 35 progetti da finanziare che hanno assorbito il totale del budget a disposizione. In aggiunta, abbiamo creato una lista di altri progetti che hanno passato la selezione ma che attualmente non sono finanziabili per la mancanza di fondi, e siamo in attesa di capire se potremo contare su ulteriori finanziamenti che ci consentano di sostenere altri e meritevoli progetti”, spiega Piero Gatta, Responsabile Area Business Development di Artes 4.0. Anche sul fronte dei servizi, per cui il Competence Center aveva a disposizione 2,5 milioni, l’interesse manifestato dalle imprese è stato alto: il centro ha infatti ricevuto, in poco tempo, più di 100 richieste per un totale di circa 140 servizi. Attualmente il centro sta lavorando per velocizzare l’erogazione dei servizi, snellendo le necessarie fasi preliminari di tipo amministrativo-burocratico e quelle di valutazione, che richiedono analisi sulla scelta del servizio in relazione al budget richiesto, sulla dimensione aziendale da cui poi dipenderà l’intensità dell’aiuto e sulla coerenza rispetto agli ambiti 4.0. Per quanto riguarda la tipologia di imprese che si rivolgono al centro, la quasi totalità delle richieste di innovazione vede coinvolte micro e piccole imprese. La restante parte (di norma circa l’8%) è divisa all’incirca a metà tra medie e grandi imprese. A livello territoriale si riscontra una maggiore partecipazione di aziende del Nord e Centro-Nord, mentre e circa il 10% sono localizzate al Sud. “Stiamo cercando, se non di invertire, quanto meno di avvicinare le percentuali, con azioni più mirate di fertilizzazione e animazione al Sud”, aggiunge Gatta. Per quanto riguarda le prospettive future, in vista dell’esaurimento dei fondi ricevuti dal Ministero, Artes 4.0 si sta muovendo verso una fase di evoluzione e crescita significative, con l’obiettivo di stabilire un’identità ben definita che superi il semplice ruolo di ente finanziatore. La direzione intrapresa è quella di trasformarsi in un aggregatore di servizi di alta qualità per le aziende impegnate nel campo dell’alta tecnologia e dell’innovazione, ispirandosi a modelli di eccellenza come i centri di trasferimento tecnologico tedeschi Fraunhofer e Steinbeis. Questo percorso include una riflessione approfondita e una rielaborazione del proprio modello di business, con l’intenzione di ampliare la gamma di servizi offerti e di rafforzare il proprio ruolo nel panorama dell’innovazione. Uno degli aspetti chiave di questa strategia è la volontà di collaborare con enti e società interessati a finanziare progetti specifici, come dimostra l’esempio di successo della partnership con INAIL, che ha portato al finanziamento di diciassette progetti innovativi nel campo della sicurezza sul lavoro.
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La parità di genere come leva di sviluppo economico e sociale | Artes4Women
A rivelare l’esistenza di disparità contributive e di carriera tra uomini e donne sono stati i numeri dell’indagine condotta da ARTES4WOMEN, il gruppo di lavoro del Centro di Competenza ARTES 4.0, che ha portato alla compilazione di oltre 600 questionari tra istituzioni, università e aziende. Il 57% delle figure intervistate non sa se nella propria azienda esista un Gender Equality Plan. Il 70% ritiene che esista equità retributiva, ma 4 su 10 non vedono pari opportunità di crescita professionale. Il settore dell’innovazione e della tecnologia resta ancora sbilanciato a favore degli uomini. Se l’85% dei lavoratori e delle lavoratrici riconosce che un ambiente più equo migliora produttività e innovazione, solo 2 aziende su 10 investono davvero per incrementare la presenza femminile nei settori dell’innovazione e delle tecnologie. Anche la conciliazione tra vita lavorativa e personale si presenta come una sfida non ancora vinta: 4 su 10 ritengono che la propria azienda non garantisca un sufficiente bilanciamento tra carriera e vita privata. In occasione del convegno “Come generare valore con la parità di genere”, promosso e organizzato nell’Aula Magna della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa da ARTES 4.0 e moderato da Enza Spadoni, responsabile Trasferimento Tecnologico e Relazione Esterne di ARTES 4.0, esperti, rappresentanti istituzionali e leader aziendali hanno delineato azioni concrete a supporto dell’uguaglianza di genere e dell’empowerment femminile. Convegno ARTES4WOMEN L’iniziativa è stata l’occasione per un’analisi approfondita sui principali temi e politiche per la parità di genere, dal bilancio di genere, come strumento di crescita economica e benessere sociale, alle certificazioni ISO e UNI, per supportare l’inclusione nelle imprese, fino alle strategie aziendali per la Diversity, Equity & Inclusion come leva di sviluppo sostenibile. Ad aprire i lavori è stata Sabina Nuti, Rettrice della Scuola Superiore Sant'Anna – che ringraziamo per averci accolto in questo prestigioso contesto – che ha ricordato la necessità di creare strumenti e opportunità per sostenere le donne nel loro percorso professionale. Superare barriere culturali, sociali e stereotipi è stata una sua sfida agli albori della sua carriera ed è una realtà che persiste anche oggi, nel 2025. Per Francesca R. Tonini, Direttrice Esecutiva di ARTES 4.0, “non basta parlare di parità di genere, bisogna misurarla, comprenderne l’impatto e agire per colmare i troppi divari ancora esistenti. In un ambiente come il nostro, in cui convivono imprese, istituzioni, associazioni e centri di ricerca, abbiamo l’opportunità - e la responsabilità - di rendere la parità una leva di crescita reale”. A conferire autorevolezza al primo evento in presenza di ARTES4WOMEN è stata la presenza del Ministero delle Imprese e del Made in Italy con il dirigente Luigi Laurelli che ha collocato un punto fermo sull’ampio tavolo di confronto: “Il PNRR non sarebbe un successo se non avesse inserito tra i criteri da rispettare la garanzia della parità di genere e altre forme di tutela”. Ma come costruire una cultura di genere? Ci ha pensato Francesca Basanieri, presidente della Commissione Regionale Pari Opportunità del Consiglio Regionale della Toscana a spiegare alla platea qual è la linea seguita dalla Regione: “Costruire progetti e iniziative a partire dai bambini, insegnando loro il rispetto degli altri, delle relazioni, la non discriminazioni e il contrasto agli stereotipi”. Ma se questa azione ha bisogno di tempo, la storia recente racconta che la Regione ha lavorato molto in questi anni anche offrendo risorse e contributi alle imprese per favorire la nascita di un bilancio di genere o per la creazione di piani di welfare aziendale. L’iniziativa ha visto la partecipazione di figure istituzionali di rilievo, tra cui Maria Paola Monaco (Università di Firenze), Calogero Oddo (Scuola Superiore Sant’Anna), Paola Corna Pellegrini (Presidente AICEO), Marco Sacchi (Hitachi Rail), Francesco Zicchino (Nuova Simat), Luisa Quarta (Manageritalia) e Federica Merenda (Scuola Superiore Sant’Anna), che hanno contribuito al dibattito con le loro esperienze e visioni strategiche. Uno dei momenti centrali dell’evento è stato l’intervento di Darya Majidi, Presidente di UN Women Italy, dal titolo “Verso Beijing + 30: la visione internazionale della parità di genere e dell’empowerment femminile quale leva di progresso”. Majidi ha offerto una riflessione sullo stato attuale dell’uguaglianza di genere a livello globale, analizzando i progressi compiuti e le sfide ancora aperte in vista del trentesimo anniversario della Dichiarazione di Pechino. Il suo contributo ha sottolineato l’urgenza di azioni concrete per garantire pari opportunità con un focus particolare sul ruolo dell’innovazione tecnologica e digitale come strumento di accelerazione del cambiamento. Anche Davide Seletti, CEO e General Manager di Saletti Compositi, ha evidenziato l'importanza del tema e portato sul tavolo del ragionamento un fatto concreto: nella competizione F1 in Schools, gli studenti superano nettamente le studentesse (83% contro 17%). Ma quando si arriva in finale, la presenza femminile raddoppia al 33%. Un segnale che il talento delle donne è spesso sottovalutato, ma emerge quando ha la possibilità di esprimersi. Particolare attenzione è stata dedicata al ruolo della managerialità e delle piccole imprese nel promuovere un cambiamento culturale all'interno del mercato del lavoro ovvero l’importanza di leadership inclusive e di un approccio che valorizzi la diversità come risorsa. Inoltre è stato sottolineato il contributo della ricerca scientifica nella prospettiva di genere, mettendo in luce come le teorie femministe e gli studi di genere possano arricchire l’innovazione e la crescita delle organizzazioni. Luigi Laurelli e Francesca Tonini
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