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Noi, Robot: L’Italia svetta, non fermiamoci
Noi, Robot: L’Italia svetta, non fermiamoci
27 Gennaio 2025
Corriere della Sera
Qui parliamo di robot specializzati nelle fabbriche, parti integranti della catena di montaggio. Sono veri e propri compagni di lavoro, capaci di svolgere attività faticose e ripetitive che alleviano l'uomo da compiti alienanti. Sono i cobot, robot collaborativi progettati per lavorare fianco a fianco con le persone. Nell’edizione del 27 gennaio 2025 dell’Economia, il supplemento del lunedì del Corriere della Sera, Massimo Sideri dedica un approfondimento a tutta pagina sul primato dell’Italia nel settore della robotica. E parla chiaro e in modo inequivocabile: "Sull'automazione siamo tra i sei big del mondo". Tra i casi citati spiccano due eccellenze italiane che fanno parte del nostro ecosistema: la Scuola Superiore Sant'Anna, socio fondatore di ARTES 4.0, "all'avanguardia nelle protesi meccaniche per chi perde l'uso delle braccia", e la "grande azienda" Comau, socio del nostro Centro di Competenza, "capace di sviluppare prodotti e soluzioni competitive". Corriere della Sera Economia - 27 Gennaio 2025 - Robotica
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Robot intelligenti e “umani”: presente e futuro della biorobotica
7 Maggio 2025
Agenda Digitale
La biorobotica unisce biologia e robotica per creare tecnologie che supportano l’umanità. Dai robot chirurgici alle protesi intelligenti, questa disciplina rivoluzionaria sviluppa soluzioni concrete per la salute, l’assistenza e la tutela dell’ambiente. Ne ha parlato il Professore Paolo Dario, Direttore Scientifico di ARTES 4.0 e Professore Emerito della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa su Agenda Digitale, testata scientifica che fa parte del più grande network in Italia di testate e portali B2B dedicati ai temi della Trasformazione Digitale e dell’Innovazione Imprenditoriale. --- La biorobotica rappresenta oggi il ponte tra l’ingegneria robotica e le scienze della vita, un campo rivoluzionario che va ben oltre le visioni fantascientifiche per offrire soluzioni concrete alle sfide dell’umanità. Attraverso lo studio e l’imitazione dei sistemi biologici, questa disciplina sviluppa tecnologie che non sostituiscono l’uomo, ma lo supportano e potenziano, dall’assistenza medica alla tutela ambientale. L’opinione pubblica della quarta rivoluzione industriale teme che i robot possano sostituire le persone. Ma mentre l’intelligenza artificiale è sempre più mainstream e sembra invadere qualunque nostra percezione sulla tecnologia, io credo che l’intelligenza debba andare alla fisicità delle macchine, e che queste possano essere concretamente di supporto e aiuto alle esigenze dell’umanità e dell’ambiente.

Origine e significato della biorobotica

L’ambizione di realizzare creature artificiali intelligenti simili a ciò che è umano, gli “umanoidi”, appartiene in qualche modo al confine tra scienza e fantascienza che, se da una parte ha arricchito il nostro immaginario e la creatività di artisti, registi e scrittori e scrittrici, dall’altra ha stimolato le sfide dell’ingegneria e della ricerca consentendo il passaggio dalle tecno-utopie al post-umano che tanto “post” non è più: i robot sono già tra noi, nella nostra vita quotidiana, compagni alleati tra specie umana e macchine intelligenti per affrontare insieme le grandi sfide della conoscenza, della dignità e della difesa del pianeta, del supporto alla vita delle persone. Non a caso coniammo il termine “biorobotica”, dove il prefisso “bio” rappresenta la necessaria attenzione a questi aspetti.

La nascita e l’affermazione della biorobotica

Quando iniziammo a parlare di biorobotica, circa quarant’anni fa, sembrava un concetto quasi visionario. Oggi invece è diventata una scienza pienamente affermata, capace di incidere profondamente sulla nostra vita, sulle tecnologie che utilizziamo, sulla salute e sulla comprensione stessa del funzionamento del corpo umano. Personalmente ho avuto l’onore e la fortuna di contribuire alla nascita di questa disciplina, convinto sin da subito che la robotica potesse e dovesse diventare non solo una tecnologia applicata all’industria, ma un campo scientifico in grado di dialogare con la biologia, la medicina, le neuroscienze, l’ambiente. Nei primi anni Ottanta provammo ad applicare la robotica alla soluzione delle esigenze di salute delle persone: a quel tempo, parlare di robot applicati al corpo umano suscitava diffidenza, a volte persino ironia. Eppure, nel 1989 contribuimmo a organizzare uno dei primi convegni internazionali dedicati al tema. Era una scommessa culturale e scientifica. La fondazione dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna ha rappresentato il coronamento di un percorso iniziato con pochi allievi, oggi più di 300 tra ricercatori, docenti e colleghi. Oggi l’Istituto è riconosciuto a livello mondiale come uno dei centri d’eccellenza nel settore ed una delle più grandi scuole di dottorato al mondo.

Gli approcci della biorobotica: bio-ispirazione e bio-applicazione

All’inizio, persino usare la parola biorobotica era considerato eccessivo. Ma io ero e resto convinto che servisse una massa critica di scienziati/e ed ingegneri/e per esplorare un territorio nuovo, in cui biologia e ingegneria potessero convergere. Abbiamo sviluppato la distinzione tra bio-ispirazione, ovvero osservare la natura per imitarla, e bio-applicazione, cioè usare la robotica per risolvere problemi concreti in medicina e riabilitazione. Con la biorobotica abbiamo progressivamente dato concretezza a concetti che sembravano destinati alla fantascienza: la chirurgia robotica, le protesi intelligenti, i robot collaborativi capaci di condividere spazi e compiti con l’uomo. Oggi è normale parlare di robot in sala operatoria. Ma negli anni Ottanta solo ipotizzarlo appariva folle. Eppure, siamo riusciti a trasformare quel sogno in realtà, sviluppando successivamente altri ambiti, fino al punto in cui la robotica ha iniziato a uscire dalle fabbriche e ad affiancare l’essere umano in compiti sempre più raffinati e delicati.

Biorobotica e intelligenza artificiale: l’importanza della fisicità

In questo processo, anche l’intelligenza artificiale ha giocato un ruolo importante, ma non sempre determinante. Abbiamo assistito a fasi alterne di entusiasmo e disillusione: le reti neurali, la mancanza di dati, i limiti computazionali. Oggi, grazie alla diffusione di smartphone e sensori, l’AI ha conosciuto una nuova stagione. Tuttavia, la vera sfida rimane la fisicità, la capacità di replicare la grazia di un gatto, l’equilibrio del corpo umano, l’armonia del gesto.

Le applicazioni della biorobotica per l’umanità e l’ambiente

La nostra ricerca guarda in due direzioni: capire come funziona il mondo vivente – animali, piante, esseri umani – e progettare soluzioni tecnologiche per affrontare problemi concreti. Dalla riabilitazione alle disabilità, dalla chirurgia alla cura dell’ambiente. Sì, perché la biorobotica si occupa anche di aiutare il nostro pianeta, con macchine che intervengono in ambienti inquinati, che monitorano la biodiversità, che migliorano l’efficienza energetica. È una visione olistica, che parte dalla vita per restituirle vita. Un robot è prima di tutto un corpo che agisce nel mondo reale. È lì che si gioca la sua utilità e la sua efficacia. Per questo continuo a pensare che non basti un software intelligente: serve una meccanica intelligente, un corpo ben progettato, una comprensione profonda della biomeccanica e della fisiologia. In questo senso, ho sempre creduto nell’importanza del dialogo tra robotica e neuroscienze, come nel progetto Neurobotics, uno dei primi tentativi di integrazione profonda tra queste due discipline. Non a caso oggi si parla di robotica collaborativa, e l’Europa – l’Italia in primis – ha dato un contributo determinante in questo campo. I robot che immaginiamo per il futuro non dovranno necessariamente parlare come esseri umani, ma dovranno sapere aiutare, fisicamente, nei gesti quotidiani, nella cura, nell’assistenza. Saranno “compagni di strada”, silenziosi e discreti, ma sempre più presenti.

Le sfide future della biorobotica

Il futuro della biorobotica si giocherà dunque su molte sfide, ma una è più decisiva delle altre, quella da cui partii tanti anni fa: capire meglio il corpo umano per progettare macchine che non lo sostituiscano, ma lo completino. Da qui derivano nuove esigenze ingegneristiche: materiali più leggeri, più efficienti, più sostenibili. Serve un pensiero che unisca scienza fisica e sensibilità umanistica. Non si tratta solo di realizzare nuove tecnologie, ma di farlo in modo etico e consapevole. Il riferimento a “virtute e canoscenza” del XXVI Canto dell’Inferno – che cita Ulisse – mi accompagna da sempre. Rappresenta la sintesi tra sapere e valore, tra spinta alla scoperta e senso di responsabilità. La biorobotica deve essere questo: una scienza che fa bene, che innova senza dimenticare il bene comune.

La biorobotica nel prossimo futuro

Guardando al futuro, non vedo rivoluzioni improvvise, ma un’evoluzione profonda. Le conoscenze si stanno integrando, le competenze si fondono. I giovani, oggi, sono la linfa della robotica mondiale, e la loro presenza massiccia ai congressi internazionali è un segnale fortissimo. Stiamo andando verso un mondo in cui la coabitazione tra umani e robot sarà una realtà. Dalle auto autonome ai droni, dai robot subacquei a quelli domestici, le applicazioni robotiche saranno ovunque e con chiunque. Nessuno aveva immaginato davvero l’impatto di Internet o dell’iPhone. Le vere rivoluzioni, quelle che cambiano tutto, sono imprevedibili. Ma una cosa l’ho imparata e la insegno: le rivoluzioni sono più spesso figlie della scienza che della tecnologia. Sono le scoperte fondamentali che aprono strade mai viste prima.

La biorobotica per migliorare la vita quotidiana

Penso che i prossimi salti arriveranno dalla biologia, dalla fisica, dai nuovi materiali. E saranno questi a renderci capaci di costruire robot migliori, davvero compagni. Il mio sogno continua a essere quello dei robot personali, che ci affianchino nella vita quotidiana. Non più intelligenti di noi, ma capaci di parlare come Dante o Shakespeare. Devono essere forti, affidabili, silenziosi, come un bravo maggiordomo inglese. Che pulisce il bagno, rifà il letto, mette in ordine. Non devono minacciare o emozionare, devono aiutare. Questa è la mia idea di robotica: un campo che nasce dallo stupore, cresce nella conoscenza, e si realizza nell’utilità per l’uomo e per il mondo. Non sarà la fantascienza a guidarci, ma una scienza concreta, rigorosa e appassionata, nata dallo studio della natura e mossa dalla volontà di migliorare la condizione umana.
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7 Maggio 2025
Agenda Digitale
La biorobotica unisce biologia e robotica per creare tecnologie che supportano l’umanità. Dai robot chirurgici alle protesi intelligenti, questa disciplina rivoluzionaria sviluppa soluzioni concrete per la salute, l’assistenza e la tutela dell’ambiente. Ne ha parlato il Professore Paolo Dario, Direttore Scientifico di ARTES 4.0 e Professore Emerito della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa su Agenda Digitale, testata scientifica che fa parte del più grande network in Italia di testate e portali B2B dedicati ai temi della Trasformazione Digitale e dell’Innovazione Imprenditoriale. --- La biorobotica rappresenta oggi il ponte tra l’ingegneria robotica e le scienze della vita, un campo rivoluzionario che va ben oltre le visioni fantascientifiche per offrire soluzioni concrete alle sfide dell’umanità. Attraverso lo studio e l’imitazione dei sistemi biologici, questa disciplina sviluppa tecnologie che non sostituiscono l’uomo, ma lo supportano e potenziano, dall’assistenza medica alla tutela ambientale. L’opinione pubblica della quarta rivoluzione industriale teme che i robot possano sostituire le persone. Ma mentre l’intelligenza artificiale è sempre più mainstream e sembra invadere qualunque nostra percezione sulla tecnologia, io credo che l’intelligenza debba andare alla fisicità delle macchine, e che queste possano essere concretamente di supporto e aiuto alle esigenze dell’umanità e dell’ambiente. Origine e significato della biorobotica L’ambizione di realizzare creature artificiali intelligenti simili a ciò che è umano, gli “umanoidi”, appartiene in qualche modo al confine tra scienza e fantascienza che, se da una parte ha arricchito il nostro immaginario e la creatività di artisti, registi e scrittori e scrittrici, dall’altra ha stimolato le sfide dell’ingegneria e della ricerca consentendo il passaggio dalle tecno-utopie al post-umano che tanto “post” non è più: i robot sono già tra noi, nella nostra vita quotidiana, compagni alleati tra specie umana e macchine intelligenti per affrontare insieme le grandi sfide della conoscenza, della dignità e della difesa del pianeta, del supporto alla vita delle persone. Non a caso coniammo il termine “biorobotica”, dove il prefisso “bio” rappresenta la necessaria attenzione a questi aspetti. La nascita e l’affermazione della biorobotica Quando iniziammo a parlare di biorobotica, circa quarant’anni fa, sembrava un concetto quasi visionario. Oggi invece è diventata una scienza pienamente affermata, capace di incidere profondamente sulla nostra vita, sulle tecnologie che utilizziamo, sulla salute e sulla comprensione stessa del funzionamento del corpo umano. Personalmente ho avuto l’onore e la fortuna di contribuire alla nascita di questa disciplina, convinto sin da subito che la robotica potesse e dovesse diventare non solo una tecnologia applicata all’industria, ma un campo scientifico in grado di dialogare con la biologia, la medicina, le neuroscienze, l’ambiente. Nei primi anni Ottanta provammo ad applicare la robotica alla soluzione delle esigenze di salute delle persone: a quel tempo, parlare di robot applicati al corpo umano suscitava diffidenza, a volte persino ironia. Eppure, nel 1989 contribuimmo a organizzare uno dei primi convegni internazionali dedicati al tema. Era una scommessa culturale e scientifica. La fondazione dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna ha rappresentato il coronamento di un percorso iniziato con pochi allievi, oggi più di 300 tra ricercatori, docenti e colleghi. Oggi l’Istituto è riconosciuto a livello mondiale come uno dei centri d’eccellenza nel settore ed una delle più grandi scuole di dottorato al mondo. Gli approcci della biorobotica: bio-ispirazione e bio-applicazione All’inizio, persino usare la parola biorobotica era considerato eccessivo. Ma io ero e resto convinto che servisse una massa critica di scienziati/e ed ingegneri/e per esplorare un territorio nuovo, in cui biologia e ingegneria potessero convergere. Abbiamo sviluppato la distinzione tra bio-ispirazione, ovvero osservare la natura per imitarla, e bio-applicazione, cioè usare la robotica per risolvere problemi concreti in medicina e riabilitazione. Con la biorobotica abbiamo progressivamente dato concretezza a concetti che sembravano destinati alla fantascienza: la chirurgia robotica, le protesi intelligenti, i robot collaborativi capaci di condividere spazi e compiti con l’uomo. Oggi è normale parlare di robot in sala operatoria. Ma negli anni Ottanta solo ipotizzarlo appariva folle. Eppure, siamo riusciti a trasformare quel sogno in realtà, sviluppando successivamente altri ambiti, fino al punto in cui la robotica ha iniziato a uscire dalle fabbriche e ad affiancare l’essere umano in compiti sempre più raffinati e delicati. Biorobotica e intelligenza artificiale: l’importanza della fisicità In questo processo, anche l’intelligenza artificiale ha giocato un ruolo importante, ma non sempre determinante. Abbiamo assistito a fasi alterne di entusiasmo e disillusione: le reti neurali, la mancanza di dati, i limiti computazionali. Oggi, grazie alla diffusione di smartphone e sensori, l’AI ha conosciuto una nuova stagione. Tuttavia, la vera sfida rimane la fisicità, la capacità di replicare la grazia di un gatto, l’equilibrio del corpo umano, l’armonia del gesto. Le applicazioni della biorobotica per l’umanità e l’ambiente La nostra ricerca guarda in due direzioni: capire come funziona il mondo vivente – animali, piante, esseri umani – e progettare soluzioni tecnologiche per affrontare problemi concreti. Dalla riabilitazione alle disabilità, dalla chirurgia alla cura dell’ambiente. Sì, perché la biorobotica si occupa anche di aiutare il nostro pianeta, con macchine che intervengono in ambienti inquinati, che monitorano la biodiversità, che migliorano l’efficienza energetica. È una visione olistica, che parte dalla vita per restituirle vita. Un robot è prima di tutto un corpo che agisce nel mondo reale. È lì che si gioca la sua utilità e la sua efficacia. Per questo continuo a pensare che non basti un software intelligente: serve una meccanica intelligente, un corpo ben progettato, una comprensione profonda della biomeccanica e della fisiologia. In questo senso, ho sempre creduto nell’importanza del dialogo tra robotica e neuroscienze, come nel progetto Neurobotics, uno dei primi tentativi di integrazione profonda tra queste due discipline. Non a caso oggi si parla di robotica collaborativa, e l’Europa – l’Italia in primis – ha dato un contributo determinante in questo campo. I robot che immaginiamo per il futuro non dovranno necessariamente parlare come esseri umani, ma dovranno sapere aiutare, fisicamente, nei gesti quotidiani, nella cura, nell’assistenza. Saranno “compagni di strada”, silenziosi e discreti, ma sempre più presenti. Le sfide future della biorobotica Il futuro della biorobotica si giocherà dunque su molte sfide, ma una è più decisiva delle altre, quella da cui partii tanti anni fa: capire meglio il corpo umano per progettare macchine che non lo sostituiscano, ma lo completino. Da qui derivano nuove esigenze ingegneristiche: materiali più leggeri, più efficienti, più sostenibili. Serve un pensiero che unisca scienza fisica e sensibilità umanistica. Non si tratta solo di realizzare nuove tecnologie, ma di farlo in modo etico e consapevole. Il riferimento a “virtute e canoscenza” del XXVI Canto dell’Inferno – che cita Ulisse – mi accompagna da sempre. Rappresenta la sintesi tra sapere e valore, tra spinta alla scoperta e senso di responsabilità. La biorobotica deve essere questo: una scienza che fa bene, che innova senza dimenticare il bene comune. La biorobotica nel prossimo futuro Guardando al futuro, non vedo rivoluzioni improvvise, ma un’evoluzione profonda. Le conoscenze si stanno integrando, le competenze si fondono. I giovani, oggi, sono la linfa della robotica mondiale, e la loro presenza massiccia ai congressi internazionali è un segnale fortissimo. Stiamo andando verso un mondo in cui la coabitazione tra umani e robot sarà una realtà. Dalle auto autonome ai droni, dai robot subacquei a quelli domestici, le applicazioni robotiche saranno ovunque e con chiunque. Nessuno aveva immaginato davvero l’impatto di Internet o dell’iPhone. Le vere rivoluzioni, quelle che cambiano tutto, sono imprevedibili. Ma una cosa l’ho imparata e la insegno: le rivoluzioni sono più spesso figlie della scienza che della tecnologia. Sono le scoperte fondamentali che aprono strade mai viste prima. La biorobotica per migliorare la vita quotidiana Penso che i prossimi salti arriveranno dalla biologia, dalla fisica, dai nuovi materiali. E saranno questi a renderci capaci di costruire robot migliori, davvero compagni. Il mio sogno continua a essere quello dei robot personali, che ci affianchino nella vita quotidiana. Non più intelligenti di noi, ma capaci di parlare come Dante o Shakespeare. Devono essere forti, affidabili, silenziosi, come un bravo maggiordomo inglese. Che pulisce il bagno, rifà il letto, mette in ordine. Non devono minacciare o emozionare, devono aiutare. Questa è la mia idea di robotica: un campo che nasce dallo stupore, cresce nella conoscenza, e si realizza nell’utilità per l’uomo e per il mondo. Non sarà la fantascienza a guidarci, ma una scienza concreta, rigorosa e appassionata, nata dallo studio della natura e mossa dalla volontà di migliorare la condizione umana.
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Paolo Dario: «La Biennale del Mare è una idea eccellente»
Paolo Dario: «La Biennale del Mare è una idea eccellente»
18 Dicembre 2024
Il Tirreno
Nella Sala Cerimonie di Palazzo Comunale, il Centro per l’Innovazione delle Tecnologie del Mare (CITEM), che avrà un avamposto di ARTES 4.0, ha presentato i risultati delle attività svolte nel 2024. L'evento ha riunito rappresentanti delle istituzioni locali, del mondo accademico e delle aziende. È stata un'occasione per ricordare il ruolo della ricerca applicata nelle aree marittime e portuali per il futuro sviluppo di Livorno e della Toscana. Tutti i centri di ricerca presenti nella sede dello Scoglio della Regina e Dogana d'Acqua hanno fornito una sintesi di quanto fatto nell'ultimo anno nei vari settori di attività che spaziano dalla ricerca ambientale, alla meteorologia, alla biologia marina, alle telecomunicazioni, all'oceanografia, alla logistica, alla biorobotica marina e ai sistemi di intelligenza meccanica. La Scuola Superiore Sant’Anna, socio fondatore di ARTES 4.0, è presente nel complesso di Scoglio della Regina, dove svolge ricerca sulle tecnologie per il mare partecipando a CITEM con due gruppi di ricerca: uno dell’Istituto di Biorobotica, che sviluppa dispositivi bioispirati per l’esplorazione, il monitoraggio e la tutela del mare, inclusi sistemi robotici per operare sopra, sulla e sotto la superficie dell’acqua; e uno dell’Istituto di Intelligenza Meccanica, che progetta materiali e strutture smart per la robotica e per la conversione di energia rinnovabile. I metodi del Sant’Anna abbracciano ricerche bio-ispirate e di robotica morbide, sia in ambito hardware che algoritmico, e l’utilizzo di sistemi di meccanica intelligente, dove la struttura meccanica ottimizza la computazione e le performance dei sistemi. In questa pagina in dettaglio le presentazioni di ogni centro di ricerca: Centro per l'Innovazione delle Tecnologie del Mare: attività e prospettive future Tra gli ospiti anche il prof. Paolo Dario, Direttore Scientifico di ARTES 4.0 e Professore Emerito della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, che è stato per l'occasione intervistato dal quotidiano Il Tirreno, di cui riportiamo qui di seguito l'articolo integrale: Fra i presenti, interessato ai temi illustrati da tanti ricercatori di prestigio, c’era anche Paolo Dario, livornese, guru della robotica mondiale, professore emerito di robotica biomedica dell’Università Sant’Anna di Pisa, dove ha fondato e diretto per anni l’Istituto di Biorobotica. Membro permanente dell’IEEE, vanta una importante produzione scientifica con numerosi brevetti. Molti fra gli scienziati italiani del settore li ha personalmente “allevati”. Lui ha ben chiaro il messaggio che viene dalla Biennale dell’Innovazione delle Tecnologie del Mare (Citem): «Si comincia ad avere piena consapevolezza di ciò che è avvenuto negli ultimi anni - ha detto -. C’è un insieme di capacità che riguardano la ricerca di base, l’educazione della formazione e della ricerca applicata, oltre che del trasferimento verso le imprese. La vocazione di Livorno non è quella di fare università, ma ricerca e quelle che di ottimo livello si fanno al Sant’Anna di Pisa le dirigo io da anni. Si va nella direzione giusta, mettendo insieme finalmente ciò che in passato ha lavorato spesso per iniziative isolate. Livorno ha tutte le carte in regola per essere protagonista nel settore delle tecnologie marine, dell’innovazione tecnologica e della robotica subacquea». C’è una dose di sano orgoglio nel contributo alla Biennale del Mare e il professore non si nasconde: «Eccellente idea. Non si deve certo essere presuntuosi, ma nemmeno rinunciare alla consapevolezza della propria forza. Bisogna mettere insieme il potenziale che c’è e lanciarci. È questo un mantra dal quale non ci si deve allontanare per poter crescere». F.L.  
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One Health e innovazione, Paolo Dario: “Il futuro è nel Mediterraneo”
One Health e innovazione, Paolo Dario: “Il futuro è nel Mediterraneo”
26 Novembre 2024
Innovation Island
Intervista di Luisa Cassarà, pubblicata su Innovation Island Il partenariato strategico tra la Fondazione Ri.MED (con sede a Palermo), l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0 (con sede principale in Toscana e un centro in Sicilia) ha segnato un ulteriore passo per la crescita del Sud Italia nel segno dell’innovazione e della creazione di impresa. L’accordo tra questi attori, infatti, persegue l’obiettivo di dare vita a un riferimento per la comunità di ricerca internazionale, con la cooperazione nei campi della medicina e della bioingegneria, mettendo a sistema conoscenze, infrastrutture e competenze. Del valore dell’innovazione e della cooperazione abbiamo parlato nel corso di un’intervista con il professor Paolo Dario, direttore scientifico del Centro di Competenza ARTES 4.0 e professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna. “L’obiettivo di tutti i processi di innovazione più moderni è creare un collegamento tra la scoperta e dell’industria, realizzare un ponte che unisca il mondo della scoperta con il mondo dell’invenzione e del prodotto”, sottolinea il professor Dario, che aggiunge: “La scienza fa le scoperte, che spesso sono poco orientate all’azione e non hanno un immediato ritorno economico. Le imprese, invece, hanno l’obiettivo di fare innovazione di prodotto e di processo, cose di cui beneficia l’utente finale”. Quindi prosegue: “I migliori ecosistemi fanno questo molto bene: questo passaggio avviene ad esempio negli Stati Uniti, nel Nord Europa, in Giappone o in Inghilterra. Sono Paesi che hanno molti Premi Nobel, ma anche molte innovazioni di prodotto e di processo, che producono ricchezza. La ricchezza non va intesa come ciò che si vuole nell’immediato, ma bensì come ciò che ritorna con benefici diffusi per il territorio”. “L’innovazione non è un concetto astratto” In questo contesto, l’Italia ha una sfida da cogliere: “La vera sfida, per la Sicilia e per l’Italia è generare tutto questo, non solo in settori hi-tech. È ”lavorare” in casa per generare ricchezza. Abbiamo molti innovatori, ma non li coltiviamo, perché vanno via: non abbiamo un sistema in grado di farli crescere e valorizzarli. L’innovazione non è qualcosa di astratto o di teorico, io sono un cultore dell’innovazione vissuta e fatta”. È proprio con una visione orientata all’azione che è nato tra Fondazione Ri.MED, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0 un accordo “in un contesto di grande qualità, tra istituzioni in perfetta sintonia, per dare un’accelerazione sul tema del One Health, cioè una visione integrata della salute”. Il modello One Health si sviluppa come un percorso integrato verso una vita sana e longeva, supportato da numerosi fattori: dall’ambiente al cibo, dall’attività fisica alle relazioni sociali, arrivando all’atmosfera. Le fasi del ricovero ospedaliero, sempre più breve grazie alla ricerca biomedica e biorobotica, e della riabilitazione, sono successive. “Affinché si possano raggiungere i pazienti, c’è bisogno dell’impresa: creare valore tramite le imprese in Sicilia è una delle grandi sfide che noi ci proponiamo”, spiega il professor Dario. Innovazione aperta, inclusiva e internazionale Il Mediterraneo, oggi, ha un ruolo sempre più strategico per l’innovazione: “L’Europa del Sud, per molto tempo, non è stata leader nel campo della ricerca o della formazione, ma negli ultimi anni la situazione è cambiata – sottolinea Dario -. L’Italia è oggi leader nella ricerca in molti settori. Essere affacciati sul Mediterraneo, è un vantaggio, è il nostro futuro, c’è un forte potenziale di crescita in aree come il Nord Africa e bisogna guardare con ottimismo alla collaborazione: la Sicilia è un ponte verso l’Africa ed è importante avere un’idea aperta, inclusiva e internazionale. Tra le qualità della Sicilia c’è il dinamismo commerciale, da arricchire con la ricerca e le nuove imprese”. Un percorso virtuoso di crescita non può prescindere dalla conoscenza: “Ai miei studenti cito spesso il XXVI canto dell’Inferno della Divina Commedia, Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. Virtute, cioè principi, e conoscenza: sono questi i segreti per vivere bene”. Educazione e conoscenza, sono elementi essenziali per vivere bene. Una certezza, questa, che si applica anche alla riflessione sulle nuove tecnologie e sul loro impiego: “Chi non ha conoscenza, subisce. Siamo noi a scegliere cosa vogliamo o non vogliano. Nessuna paura: le tecnologie le facciamo e dobbiamo decidere come usarle, con consapevolezza“, conclude il professor Dario.
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Rassegna stampa: accordo ARTES 4.0 e Università di Palermo
Rassegna stampa: accordo ARTES 4.0 e Università di Palermo
26 Novembre 2024
L’Università degli Studi di Palermo e il Centro di Competenza ARTES 4.0 hanno siglato un accordo di collaborazione per promuovere l’innovazione tecnologica e la creazione di nuova imprenditorialità sul territorio siciliano. Questo partenariato mira a rafforzare il legame tra ricerca universitaria e imprese, stimolando lo sviluppo di soluzioni avanzate nei settori della robotica, dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie abilitanti 4.0 e 5.0. L’intesa prevede l’apertura di una sede di ARTES 4.0 presso l’Ateneo palermitano, un hub strategico per i giovani talenti che offrirà nuovi strumenti per accelerare i processi di innovazione, creare lavoro qualificato e favorire la nascita di startup. Il progetto si inserisce nel modello europeo di Science-Driven Innovation, estendendo la ricerca accademica allo scale-up industriale delle imprese grazie a collaborazioni con venture capital e fondi di investimento. Di seguito presentiamo una selezione di articoli apparsi sulla stampa riguardanti l'accordo. Mondo Palermo UniPa e Artes 4.0 uniscono le forze per promuovere l’innovazione in Sicilia tra alta specializzazione e robotica avanzata PalermoLive Università di Palermo, accordo per spingere l’innovazione delle imprese siciliane Blog Sicilia UniPa e Artes 4.0 uniscono le forze per promuovere l’innovazione in Sicilia tra alta specializzazione e robotica avanzata Palermo Today Robotica avanzata, accordo di collaborazione tra Unipa e centro di competenza Artes 4.0 Innovation Island Accordo tra Unipa e Artes 4.0 per promuovere l’innovazione delle imprese siciliane Giornale di Sicilia
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Rassegna stampa | Sicurezza sul lavoro, Inail e Artes 4.0 finanziano 16 progetti per migliorarla
Rassegna stampa | Sicurezza sul lavoro, Inail e Artes 4.0 finanziano 16 progetti per migliorarla
29 Ottobre 2024
ARTES 4.0, insieme a INAIL , ha lanciato il Bando BIT, un'iniziativa con un fondo di 2 milioni di euro per finanziare 16 progetti tecnologici volti a migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro nei settori ad alto rischio. Durante l’evento "Tecnologia e Analisi dei dati" all'Innovation Center Firenze, organizzato con Advanced Microwave Engineering, Confindustria Toscana e Digital Innovation Hub Toscana, esperti e rappresentanti istituzionali hanno discusso il ruolo cruciale della tecnologia nella prevenzione degli incidenti sul lavoro. Francesca Tonini, Direttrice di Artes 4.0, ha evidenziato l'importanza del Bando BIT per la transizione tecnologica delle imprese italiane e la sostenibilità sociale, concludendo che il progetto Amesphere, finanziato da BIT, è un esempio di innovazione in ambito sicurezza tramite sensori e sistemi laser per il monitoraggio in tempo reale dei rischi. Di seguito presentiamo una selezione di articoli apparsi sulla stampa riguardanti l'evento di confronto. Questa rassegna offre una panoramica delle principali notizie e approfondimenti pubblicati dai media sul tema, che evidenzia l'importanza di questa iniziativa per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche per rispondere alle esigenze di sicurezza nei luoghi di lavoro.   Firenze Today Innovazione tecnologica, finanziati 16 progetti per migliorare la sicurezza sul lavoro Firenze e Dintorni Sicurezza sul lavoro, Inail e Artes 4.0 finanziano 16 progetti per migliorarla Toscana Economy Sicurezza sul lavoro: 16 nuovi progetti Il Denaro Lavoro, infortuni e innovazione tecnologica: da Inail e Artes 4.0 fondo da 2 milioni di euro AdnKronos Infortuni: ARTES 4.0 e INAIL insieme per innovazione, finanziati 16 progetti per migliorare sicurezza In risposta alle crescenti esigenze di innovazione tecnologica nel campo della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, Artes 4.0, in collaborazione con Inail, ha lanciato il bando Bit, finanziando 16 progetti innovativi con un fondo complessivo di 2 milioni di euro. L'iniziativa mira a ridurre il fenomeno degli infortuni e a migliorare le condizioni lavorative nei settori ad alto rischio, grazie a soluzioni tecnologiche avanzate. Oggi, presso l'Innovation Center Firenze, si è tenuto l'evento di confronto 'Tecnologia e Analisi dei dati. Nuove frontiere per la sicurezza e la sostenibilità sociale', organizzato da Advanced Microwave Engineering (Ame), insieme a Confindustria Toscana, Digital Innovation Hub Toscana e Artes 4.0. Durante l'incontro, esperti e rappresentanti istituzionali hanno esplorato l'impatto delle tecnologie digitali sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro, evidenziando come la tecnologia sia un alleato chiave per una sostenibilità sociale e aziendale efficace. L'evento ha preso avvio con i saluti istituzionali dell'assessore alle Attività Produttive della Regione Toscana, Leonardo Marras, e della coordinatrice del Dih Toscana e responsabile area economica Confindustria Toscana, Silvia Ramondetta. Francesca Tonini, direttrice esecutiva di Artes 4.0, ha illustrato l'importanza di questa iniziativa, sottolineando come il Bando Bit sia un pilastro fondamentale nella transizione tecnologica delle imprese italiane e contribuisca agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs). ''Con il Bando Bit abbiamo voluto rispondere concretamente alle esigenze di sicurezza nei luoghi di lavoro, mettendo al centro le persone e la loro salute. Questo progetto è un esempio concreto di come la tecnologia possa contribuire a migliorare il benessere sociale e la sostenibilità aziendale,'' ha dichiarato Francesca Tonini, direttrice esecutiva di Artes 4.0. ''Artes 4.0 è impegnata a supportare le imprese italiane nel processo di innovazione, rendendo i luoghi di lavoro più sicuri e migliorando al contempo la competitività dei settori ad alto rischio", ha aggiunto. Le conclusioni sono state affidate ad Antonio Mazzeo, presidente del Consiglio Regionale Toscana. Un focus speciale è stato dedicato al Progetto Amesphere di Ame, uno dei beneficiari del finanziamento, che migliora la gestione della sicurezza con una piattaforma per l'analisi in tempo reale dei rischi grazie all'uso di sensori di prossimità, telecamere e sistemi laser.
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Rassegna stampa: accordo strategico Ri.MED, Sant’Anna e ARTES 4.0
Rassegna stampa: accordo strategico Ri.MED, Sant’Anna e ARTES 4.0
11 Ottobre 2024
L'accordo tra la Fondazione Ri.MED, l'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e il Centro di Competenza ARTES 4.0 è un'importante collaborazione strategica nel settore One Health, che integra discipline come medicina, bioingegneria, robotica e intelligenza artificiale. Questo partenariato ha l'obiettivo di promuovere la crescita del tessuto produttivo del Sud Italia e creare un punto di riferimento per la comunità di ricerca internazionale. L'intesa mira a sviluppare progetti congiunti, creare spin-off tecnologici e facilitare il trasferimento di conoscenze per stimolare l'innovazione e la competitività delle imprese, valorizzando le potenzialità del territorio siciliano e del Mediterraneo. Di seguito presentiamo una selezione di articoli apparsi sulla stampa riguardanti l'accordo. Questa rassegna offre una panoramica delle principali notizie e approfondimenti pubblicati dai media sul tema, che evidenzia l'importanza di questa collaborazione strategica per lo sviluppo tecnologico e scientifico nel contesto del Sud Italia e del Mediterraneo.   Palermo Today Uomo, salute e ambiente: un accordo d'impresa per lo sviluppo delle tre anime di Rimed Agenparl Università: innovazione e creazione d’impresa al centro del Mediterraneo, firmato l’accordo tra Fondazione Ri.MED, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna e Centro di Competenza ARTES 4.0 Pisanews Accordo strategico tra Fondazione Ri.MED, Scuola Sant’Anna e ARTES 4.0 per lo sviluppo di tecnologie sanitarie innovative nel Sud Italia Ragusanews La ricerca italiana scommette sui bio-robot, guardando al Sud La Nazione Accordo tra BioRobotica Sant'Anna, Artes 4.0 e Fondazione Ri.Med di Palermo su tecnologia e sanità QdS Innovazione e creazione d’impresa al centro del Mediterraneo: firmato l’accordo   AGI Salute: Istituto BioRobotica S. Anna, Ri.MED, ARTES 4.0 insieme su One Health (AGI) - Firenze, 1 ott. - È stato firmato l’accordo tra la Fondazione Ri.MED con sede a Palermo, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0, il Centro di Competenza ad alta specializzazione finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con sede principale in Toscana e un centro in Sicilia, per favorire la creazione di un partenariato strategico, culturale e scientifico, nel settore del cosiddetto One Health, il modello sanitario basato sull’integrazione di diverse discipline. L’obiettivo dell’accordo è creare un riferimento per la comunità di ricerca internazionale e per favorire la crescita del tessuto produttivo del Sud Italia. L’intesa prevede una cooperazione nei campi della medicina e della bioingegneria, integrando con il trasferimento tecnologico ricerca biomedica e tecnologie bioniche, bioingegneria, robotica e intelligenza artificiale, per mettere a sistema conoscenze complementari, infrastrutture e competenze in aree di reciproco interesse nel settore One Health. Punti rilevanti dell’accordo sono l’individuazione di profili di ricercatrici, ricercatori e di coordinatrici e coordinatori di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, la promozione di programmi di ricerca congiunti, la progettazione congiunta di nuovi laboratori e la promozione di iniziative, promosse dalle istituzioni firmatari, come progetti di ricerca, workshop e convegni, lo scambio di personale di ricerca, la promozione del trasferimento Tecnologico, la creazione di aziende spin-off grazie alle attività congiunte. “Questa importante collaborazione è strategica per l’intero bacino del Mediterraneo, che può diventare trampolino di lancio di nuove tecnologie e nuove imprese a sostegno del benessere e della salute della persona umana. Vogliamo essere protagonisti di un nuovo paradigma di sviluppo che attraverso la tecnologia e la creazione di impresa lanci la Sicilia e il Sud come guida e non follower di una nuova crescita”, commenta Paolo Dario, direttore scientifico del Centro di Competenza ARTES 4.0, professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna e ispiratore dell’iniziativa, che prosegue così: “Coordinando uno European Digital Innovation Hub sui temi della sostenibilità e ‘human-centric’, ARTES 4.0 potrà contribuire a dare una dimensione europea al trasferimento tecnologico sostenendo lo sviluppo di innovazione e la competitività delle nuove imprese nate in Sicilia in una dimensione internazionale”. (AGI) “Il mondo è cambiato e continua a cambiare sempre più velocemente, per questo motivo è molto importante contribuire a creare una nuova generazione di innovatrici e di innovatori in grado di confrontarsi con sfide scientifiche e tecnologiche, e orizzonte internazionale” sottolinea Cesare Stefanini, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. “Vogliamo – aggiunge - da un lato favorire scambi con ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti e promuovere la partecipazione sempre maggiore a progetti globali, dall’altro intervenire in modo concreto nello sviluppo di territori dalle enormi potenzialità, come la Sicilia, favorendo la formazione di competenze e collaborando col mondo produttivo grazie ad attività che possano contribuire alla sostenibilità socioeconomica dell’Italia e in questo caso del Sud Italia in particolare. In Ri.MED abbiamo trovato un interlocutore dalla grande affinità culturale e di visione, e siamo sicuri che la collaborazione porterà frutti di rilievo e qualità per tutte le parti". “Siamo alle soglie di un futuro che si giocherà sul rapporto tra esseri umani, salute e ambiente: la bioingegneria e le biotecnologie offrono opportunità straordinarie e la Sicilia è il luogo ideale per studiare la relazione tra uomo e ambiente” dichiara Giulio Superti-Furga, direttore scientifico di Ri.MED e direttore designato del centro di ricerca Ri.MED in fase di realizzazione in provincia di Palermo. “Nel centro Ri.MED studieremo l’interazione tra salute umana e ambiente secondo un approccio One Health - dagli effetti della vita vicino al mare, fino all’impatto della dieta Mediterranea sul microbioma - concentrando la ricerca su alcuni organi e sulle patologie ad essi connesse: polmoni e malattie respiratorie, fegato e malattie metaboliche, cuore e patologie cardiovascolari…, grazie anche all’integrazione di competenze con il nostro partner clinico IRCCS ISMETT (Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione, NdR), specializzato in trapianti e cure delle malattie terminali d’organo. L’accordo firmato oggi apre nuovi entusiasmanti scenari di applicazione tecnologica nell’ambito life science e di opportunità di crescita per questo territorio”.(AGI)   Askanews Università, accordo tra Fondazione Ri.MED, Istituto BioRobotica Sant'Anna e Artes 4.0 Innovazione e creazione d'impresa al centro del Mediterraneo Firenze,  1 ott. (askanews) - È stato siglato un accordo tra la Fondazione Ri.MED, con sede a Palermo, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ARTES 4.0, il Centro di Competenza ad alta specializzazione finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con sede principale in Toscana e un centro in Sicilia, per favorire la creazione di un partenariato strategico, culturale e scientifico, nel settore del cosiddetto One Health, il modello sanitario basato sull’integrazione di diverse discipline. L’obiettivo dell’accordo è creare un riferimento per la comunità di ricerca internazionale e per favorire la crescita del tessuto produttivo del Sud Italia. L’intesa prevede una cooperazione nei campi della medicina e della bioingegneria, integrando con il trasferimento tecnologico ricerca biomedica e tecnologie bioniche, bioingegneria, robotica e intelligenza artificiale, per mettere a sistema conoscenze complementari, infrastrutture e competenze in aree di reciproco interesse nel settore One Health. Punti rilevanti dell’accordo sono l’individuazione di profili di ricercatrici, ricercatori e di coordinatrici e coordinatori di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, la promozione di programmi di ricerca congiunti, la progettazione congiunta di nuovi laboratori e la promozione di iniziative, promosse dalle istituzioni firmatari, come progetti di ricerca, workshop e convegni, lo scambio di personale di ricerca, la promozione del trasferimento Tecnologico, la creazione di aziende spin-off grazie alle attività congiunte. “Questa importante collaborazione è strategica per l’intero bacino del Mediterraneo, che può diventare trampolino di lancio di nuove tecnologie e nuove imprese a sostegno del benessere e della salute della persona umana”, commenta Paolo Dario, direttore scientifico del Centro di Competenza Artes 4.0, professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna e ispiratore dell’iniziativa. “Artes 4.0 -prosegue- potrà contribuire a dare una dimensione europea al trasferimento tecnologico sostenendo lo sviluppo di innovazione e la competitività delle nuove imprese nate in Sicilia in una dimensione internazionale”. “Il mondo è cambiato e continua a cambiare sempre più velocemente, per questo motivo è molto importante contribuire a creare una nuova generazione di innovatrici e di innovatori in grado di confrontarsi con sfide scientifiche e tecnologiche, e orizzonte internazionale”, sottolinea Cesare Stefanini, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. “Siamo alle soglie di un futuro che si giocherà sul rapporto tra esseri umani, salute e ambiente: la bioingegneria e le biotecnologie offrono opportunità straordinarie e la Sicilia è il luogo ideale per studiare la relazione tra uomo e ambiente”, dichiara Giulio Superti-Furga, direttore scientifico di Ri.MED e direttore designato del centro di ricerca Ri.MED in fase di realizzazione in provincia di Palermo, che aggiunge:  “nel centro Ri.MED studieremo l’interazione tra salute umana e ambiente secondo un approccio One Health”.   Ansa La ricerca italiana scommette sui bio-robot, guardando al Sud Accordo tra BioRobotica Scuola Sant'Anna, Artes 4.0 e Ri.Med Palermo (ANSA) - PISA, 01 OTT - Firmato l'accordo tra la Fondazione Ri.Med con sede a Palermo, l'Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e Artes 4.0, il centro di competenza ad alta specializzazione finanziato dal ministero delle Imprese e del Made in Italy, con sede principale in Toscana e un centro in Sicilia, per favorire la creazione di un partenariato strategico, culturale e scientifico, nel settore del cosiddetto One Health, il modello sanitario basato sull'integrazione della salute di ambiente. animali ed esseri umani. L'obiettivo, si rileva in una nota, è creare un riferimento per la comunità di ricerca internazionale e per favorire la crescita del tessuto produttivo del Sud Italia, attraverso una cooperazione in medicine e nella bioingegneria integrando con il trasferimento tecnologico ricerca biomedica e tecnologie bioniche, robotica e intelligenza artificiale, per mettere a sistema conoscenze complementari, infrastrutture e competenze in aree di reciproco interesse. Secondo Paolo Dario, direttore scientifico di Artes 4.0 e professore emerito della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa è una "collaborazione strategica per l'intero bacino del Mediterraneo, che può diventare trampolino di lancio di nuove tecnologie e nuove imprese a sostegno del benessere e della salute della persona umana". "Vogliamo favorire - aggiunge Cesare Stefanini, direttore dell'istituto di biorobotica - scambi con ricercatori e studenti e promuovere la partecipazione sempre maggiore a progetti globali, ma anche intervenire in modo concreto nello sviluppo di territori dalle enormi potenzialità, come la Sicilia, favorendo la formazione di competenze e collaborando col mondo produttivo". "Nel nostro centro - conclude Giulio Superti-Furga, direttore scientifico di Ri.Med e direttore designato del centro di ricerca in fase di realizzazione in provincia di Palermo - studieremo l'interazione tra salute umana e ambiente secondo un approccio One Health (dagli effetti della vita vicino al mare, fino all'impatto della dieta Mediterranea sul microbioma) concentrando la ricerca su alcuni organi e sulle patologie a essi connesse: polmoni e malattie respiratorie, fegato e malattie metaboliche, cuore e patologie cardiovascolari". (ANSA).   Adnkronos Ricerca: innovazione e creazione d'impresa al centro del Mediterraneo Firmato l'accordo tra Fondazione Ri.Med, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e Centro di Competenza Artes 4.0 È stato firmato l'accordo tra la Fondazione Ri.Med con sede a Palermo, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e Artes 4.0, il Centro di Competenza ad alta specializzazione finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con sede principale in Toscana e un centro in Sicilia, per favorire la creazione di un partenariato strategico, culturale e scientifico, nel settore del cosiddetto One Health, il modello sanitario basato sull’integrazione di diverse discipline. L’obiettivo dell’accordo è creare un riferimento per la comunità di ricerca internazionale e per favorire la crescita del tessuto produttivo del Sud Italia. L’intesa prevede una cooperazione nei campi della medicina e della bioingegneria, integrando con il trasferimento tecnologico ricerca biomedica e tecnologie bioniche, bioingegneria, robotica e intelligenza artificiale, per mettere a sistema conoscenze complementari, infrastrutture e competenze in aree di reciproco interesse nel settore One Health. Punti rilevanti dell’accordo sono l’individuazione di profili di ricercatrici, ricercatori e di coordinatrici e coordinatori di progetti di ricerca nazionali ed internazionali, la promozione di programmi di ricerca congiunti, la progettazione congiunta di nuovi laboratori e la promozione di iniziative, promosse dalle istituzioni firmatari, come progetti di ricerca, workshop e convegni, lo scambio di personale di ricerca, la promozione del trasferimento Tecnologico, la creazione di aziende spin-off grazie alle attività congiunte. “Questa importante collaborazione è strategica per l’intero bacino del Mediterraneo, che può diventare trampolino di lancio di nuove tecnologie e nuove imprese a sostegno del benessere e della salute della persona umana. Vogliamo essere protagonisti di un nuovo paradigma di sviluppo che attraverso la tecnologia e la creazione di impresa lanci la Sicilia e il Sud come guida e non follower di una nuova crescita”, commenta Paolo Dario, direttore scientifico del Centro di Competenza Artes 4.0, professore emerito della Scuola Superiore Sant’Anna e ispiratore dell’iniziativa, che prosegue così: “Coordinando uno European Digital Innovation Hub sui temi della sostenibilità e ‘human-centric’, Artes 4.0 potrà contribuire a dare una dimensione europea al trasferimento tecnologico sostenendo lo sviluppo di innovazione e la competitività delle nuove imprese nate in Sicilia in una dimensione internazionale”. “Il mondo è cambiato e continua a cambiare sempre più velocemente, per questo motivo è molto importante contribuire a creare una nuova generazione di innovatrici e di innovatori in grado di confrontarsi con sfide scientifiche e tecnologiche, e orizzonte internazionale” sottolinea Cesare Stefanini, direttore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. “Vogliamo – aggiunge - da un lato favorire scambi con ricercatrici e ricercatori, studentesse e studenti e promuovere la partecipazione sempre maggiore a progetti globali, dall’altro intervenire in modo concreto nello sviluppo di territori dalle enormi potenzialità, come la Sicilia, favorendo la formazione di competenze e collaborando col mondo produttivo grazie ad attività che possano contribuire alla sostenibilità socioeconomica dell’Italia e in questo caso del Sud Italia in particolare. In Ri.Med abbiamo trovato un interlocutore dalla grande affinità culturale e di visione, e siamo sicuri che la collaborazione porterà frutti di rilievo e qualità per tutte le parti". “Siamo alle soglie di un futuro che si giocherà sul rapporto tra esseri umani, salute e ambiente: la bioingegneria e le biotecnologie offrono opportunità straordinarie e la Sicilia è il luogo ideale per studiare la relazione tra uomo e ambiente” dichiara Giulio Superti-Furga, direttore scientifico di Ri.Med e direttore designato del centro di ricerca Ri.Med in fase di realizzazione in provincia di Palermo. “Nel centro Ri.Med studieremo l’interazione tra salute umana e ambiente secondo un approccio One Health - dagli effetti della vita vicino al mare, fino all’impatto della dieta Mediterranea sul microbioma - concentrando la ricerca su alcuni organi e sulle patologie ad essi connesse: polmoni e malattie respiratorie, fegato e malattie metaboliche, cuore e patologie cardiovascolari…, grazie anche all’integrazione di competenze con il nostro partner clinico Irccs Ismett (Istituto mediterraneo per i trapianti e terapie ad alta specializzazione, Ndr), specializzato in trapianti e cure delle malattie terminali d’organo. L’accordo firmato oggi apre nuovi entusiasmanti scenari di applicazione tecnologica nell’ambito life science e di opportunità di crescita per questo territorio”. Chi ha sottoscritto l’accordo La Fondazione RI.MED. Traslazionalità e sostenibilità della ricerca, una sfida che si gioca sulla capacità di tradurre velocemente i risultati scientifici in applicazioni cliniche. Queste le core competencies della Fondazione Ri.MED, nata dalla partnership internazionale fra Governo Italiano, Regione Siciliana, CNR, University of Pittsburgh e UPMC. I programmi di ricerca Ri.MED sono focalizzati sulle applicazioni terapeutiche: l’obiettivo è creare valore per il paziente, anche grazie all’integrazione strategica con l’IRCCS ISMETT. La Fondazione Ri.MED conta oggi un centinaio di ricercatori, di cui il 64% donne: siciliani rientrati grazie a Ri.MED, ma anche stranieri che riconoscono alla Fondazione e al progetto del centro Ri.MED un gratificante appeal professionale. La Fondazione è infatti attualmente impegnata nella realizzazione di un grande centro di ricerca in provincia di Palermo, centro che impegnerà centinaia di ricercatori, con l’intento di diventare un polo di riferimento internazionale, con spazi dedicati al trasferimento tecnologico e alla creazione di impresa per creare nuove opportunità per professionalità e giovani talenti del Sud. L'Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa è una realtà leader a livello internazionale nella ricerca, nell’educazione e nel trasferimento tecnologico, e ha costruito negli anni un patrimonio di conoscenze e competenze in diversi campi della ricerca di frontiera e delle tecnologie emergenti quali la biorobotica e la bionica in diverse applicazioni di interesse per la Fondazione Ri.MED (robotica medica, tecnologie indossabili, robotica collaborativa, robotica bioispirata, scienze e tecnologie neurali, robotica riabilitativa, tecnologie per gli organi artificiali, ingegneria tissutale, microrobotica medica e tecnologie impiantabili). Focalizzato sulla formazione di ingegneri scienziati, inventori e imprenditori, l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant'Anna sviluppa temi di ricerca strategici per il futuro del mondo - quali il benessere umano, la sostenibilità, la salute e le tecnologie connesse, e l'inclusione sociale - per i quali ha una posizione di assoluto rilievo nei ranking italiani e internazionali. Con una sua sede in Sicilia, presso il CNR di Palermo, ed esteso capillarmente su tutto il territorio nazionale con 13 unità operative dislocate in 7 Regioni (Toscana, Sardegna, Liguria, Marche, Umbria, Lazio e Sicilia), il Centro di Competenza ARTES 4.0, di cui la Scuola Superiore Sant’Anna è socio fondatore, è un centro di competenza ad alta specializzazione finanziato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con focus tecnologico nell'area della Robotica Avanzata e dell'Intelligenza Artificiale. Il Centro di Competenza promuove e supporta l'innovazione guidata dalla scienza, creando un ponte tra ricerca e impresa, grazie alla collaborazione di circa 150 associati altamente qualificati tra cui università, imprese e centri di ricerca di eccellenza, per sostenere, attraverso l'erogazione di servizi innovativi, la competitività delle imprese italiane e il processo di accelerazione di startup e aziende verso il mercato: attività, questa, che potrà ulteriormente potenziare in Sicilia grazie a questo accordo.
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I miei bio-robot sono la rivincita della fantascienza
I miei bio-robot sono la rivincita della fantascienza
28 Maggio 2024
Il Messaggero
Paolo Dario, 72 anni, laureato in Ingegneria Meccanica presso l'Università di Pisa, è professore emerito di Robotica Biomedica presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. È stato direttore scientifico del Centro di competenza sulla robotica Artes 4.0 e visiting professor presso numerose università, fra cui University of Pennsylvania, Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, Collège de France, Waseda University in Giappone. I principali interessi di ricerca sono biorobotica e robotica per la chirurgia. Ha pubblicato oltre 180 articoli su riviste internazionali e oltre 300 tra capitoli di libri e articoli in atti di congressi internazionali. È titolare di circa 50 brevetti internazionali. Nel 2003 ha ricevuto dall’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, l’onorificenza di Ufficiale della Repubblica Italiana. Quando Paolo Dario ha iniziato ad immaginare di poter costruire robot, queste macchine prodigiose esistevano solo nei libri di Isaac Asimov e animavano i film di fantascienza dell'epoca, gli anni Settanta. Non a caso, Star Wars è una delle opere cinematografiche più amate dall'ingegnere livornese, che pochi giorni fa, in Giappone, ha ricevuto il prestigioso IEEE Robotics and Automation Award, «per aver fatto progredire la bionica e la biorobotica come aree di ricerca chiave a livello mondiale, integrando robotica e medicina». Professore, partiamo dal premio. Che momento è stato? «Mi hanno dato quattro minuti per il discorso, come ai David di Donatello (ridendo), in cui ho voluto fare i ringraziamenti in cui credo. Prima di tutto l’Italia, perché sono il frutto dell’educazione e cultura di questo paese e ritengo che la scuola italiana sia la migliore al mondo, dalle materne fino all'università e poi l'Europa, perché senza non avrei potuto fare quasi nulla. Infine la comunità scientifica nazionale e la mia famiglia, perché non bisogna mai dimenticare da dove si proviene». Immaginando i robot, è stato un visionario? «Sono ritenuto a livello mondiale colui che per primo ha perseguito la strada della biorobotica e della bionica, cioè dell'idea che i robot potessero essere ispirati al mondo della natura e poi bio-applicati alla medicina. In gioventù ho inseguito una robotica che nessuno credeva possibile, si pensava alle macchine nelle fabbriche, ma non socialmente utili. Quando negli anni Ottanta iniziai a lavorare sull’idea di un robot chirurgo, eravamo considerati dei pazzi, oggi è la normalità».
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EDIH4Marche: ARTES 4.0, i-Labs Industry, UNIVPM e UNICAM per l’innovazione 4.0 e 5.0 delle imprese delle Marche
EDIH4Marche: ARTES 4.0, i-Labs Industry, UNIVPM e UNICAM per l’innovazione 4.0 e 5.0 delle imprese delle Marche
3 Maggio 2024
viverepesaro
Vivere Jesi 19/04/2024 - ARTES 4.0, i-Labs Industry, Università Politecnica delle Marche e Università di Camerino, partner del progetto EDIH4marche, hanno presentato venerdì le competenze, i servizi e i finanziamenti a disposizione per le imprese delle Marche. Un evento che si è svolto presso i-Labs Industry a Jesi, laboratorio per la collaborazione tra mondo delle imprese e quello della ricerca volto a sviluppare, applicare e condividere soluzioni in linea con paradigmi industriali sempre più avanzati. Il laboratorio è inoltre una delle sedi italiane del Centro di Competenza ad alta specializzazione finanziato dal Ministero dell’Impresa e del Made in Italy ARTES 4.0, che è composto da 134 soci selezionati, ed è presente capillarmente in 7 regioni italiane con 13 sedi, tra cui le Marche. L’evento ha avuto come scopo primario quello di fornire alle imprese marchigiane una panoramica dei servizi offerti a sostegno della trasformazione digitale e per l’innovazione 4.0 e 5.0, tramite i fondi del PNRR e del Programma Digital Europe della CE. “Le Marche sono una terra a cui sono particolarmente legata, essendo nata in questa regione. Per questo tengo molto a che le imprese marchigiane abbiano tutti gli strumenti per affrontare la sfida dell’evoluzione verso l'innovazione 4.0 e 5.0, combinando competenze avanzate, tecnologie all'avanguardia e finanziamenti strategici per navigare con successo nel panorama dell'industria digitale. Solo attraverso un approccio integrato e una visione lungimirante, le nostre aziende potranno sbloccare il loro pieno potenziale, che ho già avuto modo di verificare in prima persona in frequenti visite. Per questo, sono particolarmente orgogliosa che ARTES 4.0 possa essere anche qui, per le imprese delle Marche, un prezioso alleato nel percorso verso l'innovazione e la competitività delle nel contesto dell'economia digitale” - ha dichiarato Francesca Tonini, Direttrice Esecutiva ARTES 4.0. Un incontro che è stato anche un’importante occasione per favorire il dialogo tra startup e piccole, medie, grandi imprese ad alto contenuto tecnologico che desiderano rafforzare la propria competitività attraverso attività di innovazione in un contesto altamente specializzato, grazie alla collaborazione tra Università, Centro di Competenza e piattaforme tecnologiche volta a rendere estremamente efficaci i meccanismi di trasferimento tecnologico e di supporto alle imprese. Cuore dell’evento sono state una serie di presentazioni di approfondimento delle opportunità e dei servizi – dal test before invest alla formazione – resi disponibili da i-Labs Industry, dal Centro di Competenza ARTES 4.0 e dallo European Digital Innovation Hub EDIH4MARCHE, cui sono seguiti una tavola rotonda che hanno proposto il confronto tra i protagonisti della giornata, alcune aziende testimoni di esperienze di successo nel campo della transizione digitale e rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo industriale. Qui di seguito il programma completo: 10.30 REGISTRAZIONE E ACCOGLIENZA 11.00 APERTURA DEI LAVORI E SALUTI ISTITUZIONALI Presenta e modera: Massimo Callegari, Università Politecnica delle Marche e Coordinatore Macronodo UNIVPM@ARTES 4.0 Enza Spadoni, Responsabile Trasferimento Tecnologico ARTES 4.0 Gaetano Ascenzi, Direttore operativo EDIH4MARCHE 11.20 PRESENTAZIONE DEI SERVIZI DELL’EUROPEAN DIGITAL INNOVATIN HUB EDIH4MARCHE Relatori: Andrea Bonci, Università Politecnica delle Marche Diletta Cacciagrano, Università di Camerino 11.40 PRESENTAZIONE DEL LABORATORIO E DEI SERVIZI I-LABS INDUSTRY Relatori: Daniele Costa, Responsabile tecnico del Laboratorio Giacomo Palmieri, Responsabile della sezione Robotica del Laboratorio 12.00 PRESENTAZIONE DEI SERVIZI DEL CENTRO DI COMPETENZA ARTES 4.0 Relatori: Piero Gatta, Responsabile Business Development ARTES 4.0 Giacomo Giorgi, Responsabile Formazione ARTES 4.0 12.20 ESPERIENZE INDUSTRIALI DI TRANSIZIONE DIGITALE Relatori: Gianluca di Mauro, Product Manager presso Homberger Spa David Baldarelli, Proprietario di Joytek Srl Andrea Rossetti, Senior Digital Designer in Nautes Spa 13.00 VISITA AI LABORATORI I-LABS INDUSTRY E ARTES 4.0 Nella visita sono state mostrate le tecnologie disponibili all’interno dei laboratori 13.30 CHIUSURA DEI LAVORI
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